Che cosa e il melanoma?
E' un tumore maligno invasivo (il più maligno delle neoplasie cutanee e tra i più maligni in assoluto) che origina da melanociti della zona giunzionale della cute (questa è la parte di cute corrispondente alla giunzione dermo-epidermica ossia a quella porzione anatomica posta tra epidermide e sottostante derma papillare); la sua aggressività biologica, notevole, lo rende capace di metastatizzare per via linfatica ed ematica, rappresentando così uno dei tumori più pericolosi (1 grammo di tumore può uccidere un uomo).
Il nostro scopo è fornire un'informazione adeguata al problema, partendo dall'assunto che quasi tutti i melanomi possono essere curati se diagnosticati e trattati precocemente.
Nelle ipotesi etiologiche del melanoma vari fattori di rischio hanno un ruolo significativo:
Ricordiamo :
PREDISPOSIZIONE FAMILIARE
Sono stati osservati melanomi in più membri dello stesso nucleo famigliare. Allo stato attuale non si hanno dati genetici precisi che correlino cromosomi e suscettibilita al melanoma maligno cutaneo. L'eredità potrebbe legarsi a caratteri fenotipici del soggetto quali cute chiara, occhi e capelli chiari, avi provenienti dal Nord Europa, scarsa capacità di abbronzare: insieme di fattori che caratterizzano una cute particolarmente sensibile agli effetti negativi delle radiazioni solari.
Inoltre esiste un quadro clinico definito "sindrome dei nevi displasici" (con displasia si indicano alcune caratteristiche istologiche che permettono di prevedere una possibile evoluzione maligna) in cui il rischio di insorgenza di un melanoma è tangibile: si va dal 10% sino al 100% se in famiglia vi sono stati precedenti di melanoma in parenti di primo o secondo grado. Tale sindrome è caratterizzata dalla presenza di numerosissimi nei (da poche unità a centinaia) alcuni normali altri di forma irregolare, a margini frastagliati e sfumati, con colore disomogeneo dal marrone chiaro allo scuro su sfondo rosa, di diametro variabile da 5 a 12mm, tendenti a variare di dimensioni e colore (al contrario dei nei normali che sono stabili nelle loro caratteristiche cliniche a meno di una evoluzione melanomatosa). Sono localizzati al tronco, al capillizio, ai piedi ed alle regioni mammarie.
RAZZA
II melanoma compare essenzialmente nella razza bianca caucasica ( cosiddetto tipo celtico: pelle chiara che si arrossa al sole e si abbronza pochissimo o nulla, con capelli biondi o rossi, in presumibile rapporto alla scarsa capacità pigmentante della cute intesa quale fattore di protezione nei confronti delle alterazioni degli acidi nucleici ed alla produzione di radicali liberi indotte dagli U.V
I radicali liberi sono atomi o molecole che possiedono uno o più elettroni non accoppiati nella loro struttura; pertanto essi hanno la tendenza a reagire con un altro elettrone per formare una coppia.
Normalmente essi vengono neutralizzati dall'organismo con processo enzimatico. Se però la loro formazione aumenta al punto da eccedere le capacità difensive dell'organismo (nel caso in argomento per l'azione dei raggi U. V. del sole o delle lampade abbronzanti), si innescano processi quali la perossidazione lipidica a livello degli acidi polinsaturi delle membrane cellulari, la degradazione dell'acido jaluronico e del collagene, con il risultato di accelerare il processo di invecchiamento cutaneo e di accrescere le possibilità carcinogenetiche della cute del soggetto.
RAGGI ULTRAVIOLETTI
E' ormai indiscutibile il ruolo predominante dell'esposizione ai raggi ultravioletti tra i fattori di rischio.
In tal caso l'azione favorente si esplica non per esposizioni continue e cumulative (significative però per la Melanosis di Dubreuilh ed altri tipi di tumore cutaneo, es. gli epiteliomi) ma piuttosto per limitate, intense, saltuarie ed intermittenti esposizioni (è bene ricordare come siano aumentate le attività ricreazionali all'aperto e la moda dell'abbronzatura) che generano brevi episodi di intenso eritema. Ciò assume maggiore significato in soggetti con predisposizione etnica (pelle chiara ecc.).
Inoltre intense esposizioni ai raggi U.V. deprimono la risposta immune, riducendo così la sorveglianza antitumorale svolta dal nostro sistema difensivo.
SESSO
Il melanoma appare più frequente nelle femmine (2/3 circa dei casi) ma il decorso è più favorevole rispetto al maschio.
Tale differenza comportamentale verrebbe messa in relazione
1) agli ormoni legati al sesso, suggerito in ciò dall'osservazione che il melanoma è raro (ma più maligno) in età prepuberale, che la sopravvivenza cala nella menopausa rispetto alle primiparmee, che la tastatizzazione è maggiore prima della pubertà e dopo la menopausa.
2) alla sede, perché nella donna prevale la localizzazione agli arti inferiori, nei maschi al tronco
3) alla maggiore attenzione che probabilmente la donna presta verso qualsiasi nuova formazione cutanea, chiedendo perciò il parere del medico in una fase clinica più precoce rispetto all'uomo.
ASPETTI CLINICI
Il melanoma può insorgere a livello di tutta la cute comprese le mucose e pseudomucose ed in altre sedi quali il cavo orale, il faringe, l'occhio, il sistema nervoso, la colecisti, il retto, l'uretra, la prostata.
In base agli aspetti morfologici ed alle caratteristiche istologiche si possono distinguere alcune varietà cliniche:
MELANOMA A DIFFUSIONE SUPERFICIALE
(S.S.M. = Superficial Spreading Melanoma)
E' il tipo più frequente (54-75% dei casi); classica è la colorazione multipla (policromia) con diverse associazioni di nero, bruno, rosa, blu e bianco distribuite in modo disomogeneo; il bordo è irregolare, frastagliato con incisure e digitazioni.
La lesione all'inizio di colore abbastanza uniforme (marrone chiaro-marrone scuro), a margini sufficientemente regolari, lentamente e progressivamente si estende in superficie, modificando il colore in varie e frammiste associazioni dal roseo al nero con aree biancastre di regressione spontanea
La comparsa nel contesto del SSM di una o più formazioni nodulari indica la fase di invasione dermica, segno prognostico più sfavorevole
LENTIGO MALIGNA MELANOMA
(L.M.M.; Melanosis circumscripta di Dubreuilh, Hutchinson's melanotic freckle).
Rappresenta il 5-15% dei melanomi. Colpisce il soggetto anziano (dopo i 60 anni); si localizza soprattutto al volto (guance, naso, fronte).
Inizia con una macchia di colore uniformemente marrone (più o meno intenso) a margini netti ma irregolari, a superficie liscia. Questa lesione maculare si accresce in superficie per lunghissimo tempo (anni) (melanoma in situ = lentigo maligna).
Col tempo il colore tende a diventare disomogeneo, con irregolare distribuzione di marrone scuro, bruno chiaro, nerastro, biancastro.
L'estensione in profondità (lentigo maligna melanoma) è segnalata dalla comparsa di uno o più noduli di colorito rosso carnoso.
MELANOMA ACRALE LENTIGINOSO
(A.L.M. = Acral Lentiginous Melanoma)
Rappresenta il 5-10% di tutti i melanomi. E' situato alle estremità, in sede palmo-plantare e subungueale. A livello palmo-plantare appare come una macchia bruno-nerastra, a contorni netti ma irregolari, che si accresce lentamente in maniera irregolare con fenomeni di autoregressione parziale (presenza di aree grigio-biancastre o grigio-bluastre). L'approfondimento del tumore è denunciato dalla comparsa di uno o più noduli carnosi di colore variabile dal bruno al rosso.
In sede subungueale il melanoma appare come una banda longitudinale (dall' eponichio al polpastrello) di colore marrone scuro o bruno bluastro. L'espansione superficiale porta ad un interessamento graduale di tutta l'unghia, mentre la fase invasiva comporta la distruzione dell'unghia, con noduli carnosi
MELANOMA NODULARE
(N.M. = Nodular Melanoma)
Rappresenta il15-20% dei casi di melanoma.
Manca in questo tipo la fase clinica di estensione superficiale cosicché esso assume già all'inizio carattere invasivo. Si localizza più frequentemente al capo, al collo, al dorso, in età compresa tra i 45 ed i 60 anni.
Rilevato, di colorito spesso omogeneo bruno-nerastro, può essere acromico o rosso violaceo. Accrescendosi talora assume aspetto carnoso con zone di erosione, ulcerazione e crosticine.
PROGNOSI
La previsione sull'evoluzione di un melanoma primario si basa su vari parametri clinici ed istopatologici ed in particolare: sede e tipo clinico del melanoma, classificazione istologica di Clark, spessore istologico di Breslow, indice mitotico, stato immunitario del paziente.
SEDE:
alcune aree anatomiche dimostrano una prognosi peggiore rispetto ad altre; la localizzazione del melanoma al capo, al tronco, alle mani ed ai piedi infatti ha prognosi più infausta.
TIPO CLINICO:
il melanoma nodulare e l'acrolentiginoso (il primo per la tendenza alla crescita verticale, il secondo per il decorso clinico insidioso e la diagnosi spesso tardiva) hanno prognosi più grave rispetto al melanoma a diffusione superficiale ed alla lentigo maligna (caratterizzati entrambi da una lenta crescita orizzontale).
CLASSIFICAZIONE ISTOLOGICA
DI CLARK:
tale classificazione correla la sopravvivenza con il livello anatomico di invasione. Cinque sono i livelli, a crescente severità prognostica:
Livello I : melanoma in situ o intraepidermico;
Livello II : il melanoma invade parzialmente il derma papillare;
Livello III : il tumore invade completamente il derma papillare;
Livello IV: invasione del derma reticolare;
Livello V : invasione del grasso sottocutaneo.
La prognosi di sopravvivenza a cinque anni risulta quindi essere del 98, 96, 94, 78, 44% rispettivamente per i livelli I, II, III, IV, V.
INDICE MITOTICO
Dapprima abbandonato e poi rivalutato, si basa sulla conta del numero di mitosi osservate all'esame microscopico a forte ingrandimento del reperto istologico del melanoma; maggiore è il numero di mitosi, più grave è la prognosi (prognosi grave se presenti più di 4 mitosi per mm2)
STATO IMMUNITARIO
Importante valutazione prognostica attualmente in uso è quella relativa alla conta dei T linfociti circolanti, dei linfociti attivi. Infatti si è constatato che i linfociti T circolanti ( T- Ec) diminuiscono già allo stadio I, mentre i linfociti attivi (T-Ea) tendono a diminuire pochi mesi prima della comparsa dei segni clinici e radiologici di metastasi, esprimendo quindi una significativa connessione tra stato immunitario e stato clinico e valida guida alla scelta terapeutica.
Tutti i criteri prognostici che abbiamo riportato non devono tuttavia essere valutati in senso assoluto nel loro significato: talora il melanoma ha un decorso che smentisce ogni previsione evolutiva.
Quanto indicato ha carattere orientativo e non esclude il controllo clinico periodico che è tassativo, con la possibilità di indagini strumentali mirate verso gli organi bersaglio delle metastasi melanomatose (polmone, fegato, cervello, osso).
Inoltre a fini prognostici sono disponibili due classificazioni dello stadio clinico della malattia basandosi l'una sulla presenza o meno e localizzazione delle metastasi (tab 1), l'altra secondo il sistema T N M , relativo a tumore primitivo, linfonodi regionali e metastasi. (tab 2 )
SPESSORE ISTOLOGICO DI BRESLOW:
questo autore ha correlato la sopravvivenza con lo spessore del melanoma (misurato in millimetri). Questo valore si ottiene con l'aiuto di un micrometro oculare, valutando la distanza tra lo strato granuloso e la cellula tumorale più profonda.
Tre sono i gruppi: (spessore/sopravvivenza media a 5 anni)
I fino a 0,75 mm; 88-100%
II tra 0,76 e 1,55 mm; 74-83%
III oltre 1,50 mm. 60-70% (fino a 3 mm)
22-47% (oltre i 3mm)
tabella 1 Classificazione clinica del melanoma dell'Anderson Hospital
Stadio
1 A Lesione primaria asportata
B Lesione primaria non asportata
2 Metastasi cutanee entro tre centimetri di distanza dalla lesione primaria
3 A Metastasi cutanee oltre tre centimetri di distanza dalla lesione
B Metastasi linfonodali
AB (A + B)
4 Metastasi a distanza
tabella 2 classificazione clinica del melanoma secondo il sistema TNM
T: tumore primario
T1 melanoma piano: A- diametro massimo inferiore a 2 cm
B- diametro massimo superiore a 2 cm
T2 Melanoma nodulare (o componente nodulare di un melanoma piano)
A- diametro massimo inferiore ad 1cm
B- diametro massimo superiore ad 1 cm
T3 Melanoma con satellitosi
A- noduli satelliti contenuti in un raggio di due centimetri dai margini del melanoma primario
B- noduli satelliti contenuti in un raggio superiore ai 2 centimetri ripetto ai margini del melanoma primario (cosiddette metastasi in transito)
N: linfonodi regionali
N0 nessuna evidenza di interessamento dei linfonodi regionali
N1 linfonodi omolaterali palpabili, mobili
A- non sospetti clinicamente
B- sospetti clinicamente
N2 linfonodi controlaterali o bilaterali palpabili, mobili (esclusi i casi di insorgenza agli arti per cui i noduli controlaterali devono essere considerati M1)
A- non sospetti clinicamente
B- sospetti clinicamente
N3 linfonodi mono o bilaterali fissi
Nx assenza dei requisiti minimi per definire lo stato dei linfonodi regionali
M metastasi a distanza
M0 non metastasi
M1 noduli cutanei o sottocutanei e/o metastasi linfonodali oltre l’are regionale
M2 metastasi viscerali con /senza metastasi cutanee linfonodali
Evoluzione
Nel caso in cui il decorso della neoplasia sia sfavorevole, possono comparire metastasi
1 in sede perilesionale (fenomeno della satellitosi)
2 tra la lesione primitiva e la stazione linfonodale più vicina (cosiddette metastasi in transito)
3 nei linfonodi regionali o a distanza
4 al polmone, al fegato, all’encefalo, allo scheletro.
Prevenzione
La diagnosi ed il trattamento precoci costituiscono anche in questo caso i mezzi più decisivi per ridurre la mortalità di questo tumore.
Occorre sottolineare a tal proposito che la maggior parte dei melanomi (3/4 dei casi) presenta una prima fase di estensione superficiale (senza che vengano superati i limiti di spessore compatibili con una prognosi favorevole) che dura solitamente per lungo tempo (anche anni).
Ciò evidenzia l'importanza dell'autoesame e di attenti e regolari controlli periodici clinici specialistici: tutto ciò permetterebbe di individuare precocemente il melanoma e di intervenire chirurgicamente in una fase in cui l'infiltrazione verticale è minima e le probabilità di guarigione definitiva alte.
Fondamentale è poi eradicare quei tabù (e le conseguenti nefaste attese) che ancora rappresentano un tradizionale condizionamento di buona parte della popolazione. Non è raro udire : "i nei non devono essere toccati", "fossi in te non lo toglierei", "se si tocca, poi esplode", "lui è morto perché si è fatto togliere un neo". Questi preconcetti sono ben radicati nel nostro Paese, alimentando timori che conducono a dannose, inerti attese che vanificano l'efficacia dell'azione preventiva.
Queste tradizioni popolari derivano dalla mancanza di una corretta informazione che induce a confondere il nevo con il melanoma e la morte per metastasi (a seguito di tardiva exeresi chirurgica del melanoma) come chiara e lampante conferma che "i nei non si devono toccare"
E' di fondamentale importanza perciò vincere queste pericolose resistenze sensibilizzando adeguatamente la popolazione ed anche i colleghi medici.
Occorre tenere a mente i cosiddetti segni di allarme: il rapido aumento delle dimensioni, il cambiamento di colore con associazione di altre tinte, l'irregolarità dei margini a disegnare rientranze in uno o più punti, la presenza di erosioni, gemizio, sanguinamento, croste, la comparsa di sintomi soggettivi. ecc.
Realizzando una corretta informazione si potrà superare quell'assurda inerzia che conduce tardivamente alla diagnosi, vanificando una facile ed efficace prevenzione considerando che il tumore compare sulla cute (ed è quindi visibile) e nelle prime fasi si accresce orizzontalmente in superficie molto lentamente.
Perciò sollecitiamo il controllo dermatologico
1)di tutti i nei presenti alla nascita o comparsi nei primi tre mesi di vita
2)dei soggetti con cute chiara, capelli chiari, occhi chiari
3) di nei acquisiti che tendono ad accrescersi in superficie o a rilevarsi, a variare di colore, a sanguinare, a dare segni soggettivi ecc.
4) in gravidanza, se compaiono nuovi nei o si modificano i presenti.
Evitiamo inoltre la chirurgia selvaggia di qualunque nevo: si rischia di ribaltare il problema suscitando altrettanto negative spinte emotive nella popolazione.
Segni di allarme
Cambiamento : di DIMENSIONI specialmente se l'aumento è rapido e continuo
di COLORE specialmente molte variazioni di marrone rossiccio, marrone, nero; mescolanze di rosso, bianco e blu
di FORMA specialmente sviluppo di un bordo irregolare
di SUPERFICIE specialmente squamosità, erosioni, gemizio, croste, ulcerazioni, sanguinamento
della CUTE ADIACENTE specialmente rossore o comparsa di aree colorate vicine ma non integrate con il nevo preesistente
di SENSAZIONI SOGGETTIVE specialmente prurito, dolore
di CONSISTENZA specialmente rammollimento o indurimento
TERAPIA
La exeresi chirurgica rappresenta la più efficace metodica terapeutica per il melanoma cutaneo. Classicamente quando questo tumore è ancora ben localizzato si esegue una ampia exeresi includendo nei margini di escissione da 3 a 5 cm di cute sana, giungendo in profondità sino all'aponeurosi muscolare.
In casi dubbi od in sedi particolari (viso, genitali) prima di eseguire interventi mutilanti si consiglia un intervento chirurgico più limitato, da ampliare poi alla luce del risultato istologico.
Nel caso del melanoma sottoungueale si amputerà il dito ed eventualmente il metacarpo o metatarso, se il grado di invasione lo impone.
Nella lentigo maligna in fase superficiale o in fase invasiva iniziale, ottimi risultati sono stati ottenuti con una crema contenente ac. azelaico al20%.
SuI problema "asportazione dei linfonodi loeali", vi e aperta controversia.
La dissezione profilattica non ha dimostrato, su di una ampia casistica, un miglioramento della prognosi.
Attualmente si ritiene che essa sia indicata:
1) se la lesione è ad alto rischio e qualora non sia possibile seguire il paziente ogni tre mesi
2)se l'interessamento metastatico linfonodale è clinicamente sospetto o evidente
3) se il melanoma è in prossimità della stazione linfatica di drenaggio.
Nel caso di metastasi:
-se queste sono cutanee ed entro un raggio di 3 cm. dalla lesione primaria, si procede ad exeresi ampia e linfoadenectomia
-se oltre i 3 cm (cosiddette metastasi "in transito" vedi evoluzione) senza che i linfonodi siano interessati, si opterà per la perfusione ipertermica o ipertemica antiblastica dell'arto, in circolazione extracorporea.
-se si tratta di recidive locali, exeresi chirurgica o, se questa non è attuabile, radioterapia.
-se le metastasi sono a distanza, si potrà usare la chemioterapia: monochemioterapia con dacarbazina (DTIC),alcaloidi della vinca- in particolare vindesina-, cisplatino, oppure, in caso
di mancata risposta alla prima, polichemioterapia con varie associazioni tra DTIC, cisplatino, dactinomieina, vindesina, vincristina, vinblastina, carmustina, idrossiurea, bleomicina.
Le risposte positive a tali terapie sono valutate mediamente attorno al 15-20%
Negli ultimi anni è stata prospettata l'utilità degli estratti timici, degli interferoni ricombinanti alfa-2 e dell'interleuchina-2 (IL-2)
NON CONFONDIAMOLO CON ....
NEVO BLU
Formazione modicamente rilevata con superficie liscia, a margini regolari, di colore uniforme blu scuro o blu ardesiaco (inchiostro di china), di dimensioni comprese tra 2 e 10 mm.
Si localizza al viso, al dorso delle mani e dei piedi, alla superficie estensoria delle avambraccia e delle braccia e compare di preferenza nella fanciullezza e nell'età giovanile
NEVO DI SUTTON
Detto anche "halo-nevus" o "nevo alonato"
Si tratta di un nevo pigmentato collocato perfettamente al centro di una chiazza ipocromica circolare. Progressivamente il nevo manifesta carattere involutivo sino alla scomparsa; la chiazza chiara talora può ripigmentare anche se in maniera incompleta.
NEVO DI SPITZ
Detto anche "melanoma giovanile benigno", per la similitudine di alcuni aspetti di istologici con il melanoma maligno.
E' una lesione propria dell' età infantile; si presenta come una piccola formazione rilevata nodulare rosa, unica, ben circoscritta, a superficie liscia, di consistenza dura, localizzata al viso o al tronco.
DERMATOFIBROMA
Lesione rotonda del diametro non superiore ai due centimetri, leggermente convessa, di consistenza dura, di colore rosa pallido o marrone più o meno scuro.
La compressione esercitata lateralmente palpando la lesione tra le dita determina la comparsa di una fossetta e la netta sensazione di toccare una pastiglia. Si localizza più frequentemente agli arti inferiori.
ANGIOMA TROMBIZZATO
Lesione solitamente unica, nodulare, di colorito nerastro, infiltrata, spesso circondata da un alone infiammatorio o pigmentato.
LENTIGINE
E' una chiazza di piccole dimensioni, rotonda e piana, a limiti netti, di colore bruno uniforme che compare nell'infanzia su qualsiasi area cutanea o nell'adulto nelle zone fotoesposte.
VERRUCA SEBORROICA
Lesione a superficie verrucosa, untuosa, friabile, di colore giallo-pruno, marrone, marrone scuro, di dimensioni variabili da qualche mm a qualche cm; spesso multipla, insorge nell'età media (dopo i 40 anni) e si localizza al dorso, alla cintura, al collo, al viso, disponendosi lungo la direzione delle pieghe cutanee.
GRANULOMA PIOGENICO
Lesione nodulare a superficie liscia o moriforme, di colore rosso vivo, rosso bruno o violaceo, di dimensioni variabili da pochi mm a qualche cm , con la base separata dall'epidermide circostante da un solco caratteristico.Ha una crescita rapida e sanguina con estrema facilita.
EPITELIOMA BASOCELLULARE PIGMENTATO
E' un tumore che rappresenta ciò che l'esposizione cronica alle radiazioni ultraviolette può indurre.
Elementi caratterizzanti per la diagnosi sono
1) le cosiddette "perle epiteliomatose", piccoli rilievi translucidi disposti spesso a corona intorno alla lesione.
2) le teleangectasie (piccoli vasi superficiali dilatati) presenti sulla superficie della lesione
3) il notevole accumulo di pigmento melaninico (che lo differenzia dagli altri tipi di epitelioma basocellulare)
SARCOMA DI KAPOSI
Manifestazione rara in passato, e oggi frequentemente osservata nei pazienti affetti da AIDS
Si presenta sotto forma di noduli multipli violacei o brunastri localizzati agli arti inferiori.
Possono confluire a formare placche
MACCHIE CAFFE'-LATTE
Larghe chiazze piane, lisce, ben delimitate, a contorni regolari, di forma rotonda od ovale, di colore bruno molto chiaro (appunto caffe-latte). Sovente uniche, possono essere uno dei segni della neurofibromatosi se multiple (più di cinque).
Riassumendo
Il melanoma origina dai melanociti cutanei e comunemente dalla giunzione dermo-epidermica
La più alta concentrazione di melanomi si ha alle gambe nelle femmine, e nella regione intrascapolarenei maschi
come fattore causale il sole assume considerevole evidenza
precursori del melanoma sono :
-nevi melanocitari displasici
-comuni nevi melanocitari acquisiti
-certi nevi melanocitari congeniti
ma il melanoma può anche insorgere su cute sana.
Fattori di rischio sono:
-storia familiare di melanoma maligno
-pregressa storia personale di melanoma maligno
-nevi displasici
-cute chiara, capelli chiari, occhi chiari
-tendenza facile all'ustione solare con difficoltà all'abbronzatura
-alcuni nevi melanocitari congeniti
-ustioni da sole bollose e dolorose, specie nell'infanzia
-attività lavorativa al chiuso e abitudini ricreative all'aperto
-essere portatore di nevi melanocitari acquisiti multipli .
paragonato ai comuni nevi melanocitari congeniti e acquisiti il melanoma tende ad avere:
-Asimmetria
-Bordi irregolari
Regola dell' ABCD
-Assimmetria
-Bordi irregolari
-Colore variegato
-Diametro a progressivo ingrandimento
i segni di allarme del melanoma sono:
modificazioni in :
-dimensione
-colore
-forma
-volume
-superficie
-cute adiacente
-sensazioni soggettive
-consistenza
prevenzione:
frequente esame personale dell'intera superficie corporea
periodiche visite dallo specialista dermatologo
si riscontrano vari tipi di melanoma maligno:
-melanoma a diffusione superficiale
-lentigo maligna melanoma
-melanoma acrale lentiginoso
-melanoma nodulare
i vari livelli di penetrazione vanno da 1 (in situ) al 5 (sottocute)
la misurazione dello spessore della lesione (misurazione di Breslow) è il modo più attendibile di predire la diagnosi
una diagnosi precoce (quando il melanoma ha spessore inferiore a 0,75mm) rimozione chirurgica sono le chiavi per curare il melanoma maligno.
Più profondo è il melanoma maligno, più grande è la probabilità di metastasi.
la chirurgia è il trattamento di scelta per il melanoma maligno.
|
NEVO ACQUISITO |
NEVO DISPLASICO |
IMELANOMA |
Dimensioni |
<6mm |
5-15 mm |
>6mm |
Forma |
rotonda, ovale |
rotonda, ovale |
irregolare |
|
|
con irregolarita |
|
Bordo |
netto |
irregolare |
irregolare |
Colore |
rosa o bruno o nero |
marrone (Chiaro o scuro) differenti tonalità |
|
|
nero |
con rosa o rosso |
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SEMPLICI REGOLE PER PROTEGGERSI
DAI DANNI CUTANEI INDOTTI DAI RAGGI SOLARI
1) ridurre l'esposizione solare tra le 10 e le 14 quando i1 sole è più forte.
Cercare di pianificare le proprie attività nell'ambiente esterno nel primo mattino e nel tardo pomeriggio
2) indossare un cappello, camicia con le maniche lunghe e pantaloni lunghi quando si è all'aperto al sole Scegliere stoffe con tessuti compatti per una maggiore protezione dai raggi solari.
3) applicare una crema protettiva antisolare prima di ogni esposizione solare e ripetere frequentemente e liberamente, almeno ogni due ore, finchè ci si espone al sole.
Il protettivo solare deve essere riapplicato dopo il bagno in mare o se si è sudato intensamente e profusamente, dal momento che i prodotti possono differire nel loro grado di resistenza all'acqua.
Si raccomanda un protettivo antisolare con fattore di protezione 15 o più
4) usare un protettivo solare durante attività in alta quota come sciare o scalare una montagna. In altitudine, dove vi è meno atmosfera in grado di assorbire i raggi solari, il rischio di eritema solare è maggiore. Il sole inoltre è più forte vicino all’equatore dove i raggi solari raggiungono la terra più direttamente
5) non dimenticare di usare il protettivo solare nei giorni nuvolosi
I raggi solari sono nocivi per la cute tanto nei giorni nuvolosi, con foschia, quanto nelle giornate assolate
6) gli individui con alto rischio di sviluppare un tumore cutaneo (lavoratori con attività all'aperto, individui con cute chiara, persone che hanno già avuto un tumore della pelle) dovrebbero applicare un protettivo solare qotidianamente
7) la fotosensibilità ossia una aumentata sensibilità alla lucesoalre rappresenta un possibile effetto secondario, di alcune medicazioni, farmaci, cosmetici e delle pillole anticoncezionali.
E' opportuno consultare il medico prima di esporsi al sole se si sta usando uno di tali prodotti.
Possono essere necessarie ulteriori precauzioni
8) Se si dovesse manifestare una reazione allergica al protettivo solare, cambiare prodotto. Uno dei molti prodotti in commercio potrebbe essere quello per voi.
9) attenzione alle superfici riflettenti! sabbia, neve cemento e acqua possono riflettere più della metà dei raggi sulla vostra pelle.
Sedere all'ombra non garantisce protezione dall’eritema solare.
10) attenzione alle lampade abbronzanti. I raggi UV emessi dai lettini abbronzanti sono identici a quelli presenti nella luce solare
11) proteggere i bambini dal sole. Incominciare ad usare protettivi solari nei bambini di sei mesi di età e poi esporli al sole con moderazione.
12) Insegnare precocemente ai bambini a proteggersi dal sole
Il danno solare si propone ad ogni esposizione al sole non protetta e si accumula nel corso della vita
FATTORI CHE FAVORISCONO UNA ASSOCIAZIONE TRA ESPOSIZIONE AL SOLE ED INCREMENTO DEL RISCHIO DI SVILUPPARE UN MELANOMA MALIGNO
1) i melanomi si manifestano con una frequenza dieci volte superiore nei soggetti di razza bianca rispetto a quelli di razza nera
2) l'incidenza del melanoma maligno valutata su 100.000 bianchi aumenta man mano che ci si avvicina all'equatore
3) vi è una diretta correlazione tra incidenza dei melanomi maligni e radiazioni ultraviolette che raggiungono la superficie della terra
4) alcuni melanomi (come la lentigo maligna melanoma ed il melanoma nello xeroderma pigmentoso, malattia cutanea caratterizzata da una incapacità della cute a riparare il danno al DNAindotto dai raggi solari) si manifestano quasi esclusivamente nella zona di cute esposta al sole
5) le gambe della donne hanno maggiore probabilità di sviluppare melanoma maligno rispetto a quelle degli uomini
6) le radiazioni ultraviolette si sono dimostrate capaci di influenzare negativamente la reattività immunologica antitumorale
7) i fototipi 1 e 2 costituiscono una gran parte dei pazienti che sviluppano il melanoma maligno
8) i pazienti che sviluppano melanoma maligno hanno una M.E.D. (minimal erytheme dose ossia minima dose eritemica, tempo al termine del quale compare arrossamento cutaneo) più bassa rispetto ai controlli (ossia si ustionano più facilmente esponendosi al sole)
9) Il rischio di sviluppare melanoma maligno è maggiore per coloro i quali hanno avuto nell'adolescenza ustioni solari bollose, dimostrano scarsa capacità abbronzante, hanno trascorso lunghe vacanze in luoghi assolati nell’infanzia
Regole di sorveglianza
Il melanoma può essere curato se scoperto precocemente
Occorre controllare la pelle per valutare se vi sono delle modificazioni e consultare subito il dermatologo se insorgono dubbi
imparate a conoscere la vostra pelle
Passate un po' di tempo ad osservare la vostra pelle, imparate a conoscerla , a definire dove si trovano nei congeniti o acquisiti. Non dimenticate di controllare anche le aree difficili da osservare quali il dorso, il cuoio capelluto, tra le natiche, l'area genitale e tra le dita.
Chiedete eventualmente l'aiuto di un parente o di un amico o usate un grosso specchio.
Scegliete un dermatologo per il controllo della vostra pelle
Fate un check-up cutaneo 1-2 volte l'anno. Talora pazienti con nevi displasici attraversano periodi in cui i nevi cambiano rapidamente e nuovi ne APPAIONO, come nell'adolescenza e la gravidanza.
In tali occasioni i nevi dovrebbero essere controllati con particolare attenzione e le visite specialistiche dermatologiche aumentate al ritmo di una ogni tre mesi
passate meno tempo possibile al sole
il sole è uno dei fattori causali del melanoma cutaneo. Il tempo trascorso al sole dovrebbe essere ridotto il più possibile. Se dovete stare al sole, evitate una prolungata esposizione tra le 10 e le 14, quando il sole è più intenso; usate un filtro protettivo con fattore 15, da riapplicare ogni 2- 3 ore; usate un cappello a larghe tese; evitate eritemi intensi; non cercate a tutti costi "una buona abbronzatura"
Modificazioni dell'equilibrio ormonale possono causare alterazioni dei nevi
Durante l' adolescenza e la gravidanza possono essere necessari più check-up.
L'uso di farmaci, quali contraccettivi orali ed estrogeni per il trattamento sintomatico della menopausa, dovrebbero essere evitati, se possibile, dai soggetti ad alto rischio
non dimenticate
attenti, regolari controlli personali, unitamente a frequenti visite specialistiche, permetteranno di identificare precocemente modificazioni cutanee; in tal modo molti nevi in modificazione saranno rimossi prima che il melanoma si sviluppi del tutto. Quei pochi melanomi che sorgeranno, saranno sicuramente nelle prime fasi, in uno stadio in cui possono essere curati semplicemente con l'escissione chirurgica.
Luciano Schiazza - dermatologo
pubblicazione del 1990
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