Gli UVC (tra 200-290 Nanometri) sono raggi corti altamente energetici, capaci di uccidere organismi unicellulari (sono detti anche raggi germicidi), dovrebbero essere assorbiti dall'atmosfera e non raggiungere la superficie terrestre.
Gli UVB (dai 290-320 Nanometri) raggi medi, sono quelli che provocano le reazioni eritematose sulla cute umana e sono dotati anche di azione cancerogena.
Gli UVA (320-380 Nanometri) raggi lunghi, detti anche "luce nera" sono assorbiti da molte sostanze chimiche che li cedono con un fenomeno di "Fluorescenza". Il principale filtro delle radiazioni elettromagnetiche presente nell' atmosfera è costituito dalla fascia di ozono spessa circa 25 Km e situata a 30-50 Km dalla superficie terrestre.
Non è fascia statica, infatti, quando una radiazione di 240 Nanometri raggiunge la fascia di ozono converte l'ossigeno in ozono, e l'ozono a sua volta, assorbe le radiazioni di lunghezza d'onda inferiore ai 290 Nanometri, impedendo di giungere sulla superficie terrestre.
Sappiamo che la fascia di ozono è modificata dall'attività dell'uomo (gas di scarico degli aerei supersonici, inquinamento, ecc.).
Le radiazioni di breve lunghezza d'onda sono assorbite dagli strati superficiali della cute, quelle con una maggiore lunghezza d' onda sono trasmesse agli strati più profondi della cute. Per esempio i raggi infrarossi arrivano al derma in alta percentuale.
I raggi UVA, secondo alcuni, sono trasmessi al derma sino ad una percentuale del 50% ad arrivare sino al derma reticolare. Con quali modalità i raggi UVA agiscano sul derma non è ancora del tutto chiarito (modificazioni dei capillari?). La maggior parte dei danni sulla nostra cute è dovuta agli UVB anche se quelli degli UV A non sono trascurabili. Il nostro organismo non ha nessun meccanismo per accorgersi o segnalare che abbiamo esposto la nostra cute ad una dose eccessiva di raggi UV.
La radiazione visiva e quella infrarossa sono apprezzate meglio per lo sviluppo di calore.
Una foschia, un cielo un po' offuscato, possono far insorgere una relativa sicurezza, che non è tale potendo lasciar passare una generosa dose di Raggi Ultra Violetti.
Ci sono poi molti fattori che possono influenzare il passaggio degli UV attraverso l'atmosfera: la latitudine, l'ora della giornata (tanto è maggiore la quantità tanto è minore la latitudine e quanto è più vicino al mezzogiorno); poichè i raggi colpiscono più perpendicolarmente la superficie terrestre.
I danni che le scottature solari e la semplice esposizione al sole naturale (o artificiale: lampada!!!! ) provocano si possono riassumere in:
1- alterazioni immediate
2- effetti a lunga scadenza.
Alterazioni immediate
Comprendono modificazioni che insorgono dopo 48-72 ore (ed anche prima in certi soggetti a fototipo 1) dall'esposizione solare e si esauriscono in circa due settimane. La principale è l'ERITEMA SOLARE che inizia 6-12 ore dopo un' esposizione eccessivamente prolungata con senso di cociore e, nei casi più gravi, con vescicole e bolle sulla nostra cute (ustione di II grado).
L'Eritema si risolve in 4-5 giorni lasciando una iperpigmentazione più comunemente conosciuta come "abbronzatura". Naturalmente l'Eritema solare nasconde tutto un complesso di alterazioni biochimiche sulla nostra pelle che non starò a citare. Quando questo eritema è molto diffuso può essere accompagnato da una sintomatologia generale analoga a quella degli ustionati (febbre, nausea, brividi, cefalea, disidratazione, ecc).
La sua risoluzione avviene con l'intervento terapeutico a base di cortisonici, idratazione, creme antibiotico-cortisoniche. Si consiglia di evitare l'uso di pomate che contengano sostanze a base di Estratti Fitoterapici che potrebbero causare danni alla cute e fenomeni di allergizzazione.
Effetti a lunga scadenza:
Sono principalmente due.
La degenerazione solare della cute e l'aumentata incidenza delle Neoplasie.
E' inconfutabile, ed è ormai supportato da lontani studi (1988) rinnovatisi nel tempo, che il sole, oltre a far invecchiare la pelle, provoca neoplasie cutanee nei soggetti che si espongono molte ore per motivi lavorativi (marinai e contadini)
Basta la semplice osservazione della cute delle regioni fotoesposte (viso, braccia e mani) per accorgersi della differenza che c'è rispetto ad altre zone sempre coperte dagli indumenti (ad es. l'addome).
La cute appare di colore scuro sino al grigio ardesiaco solcata da teleangectasie (piccole vene), macchie scure oppure più chiare, placche rugose ipercheratosiche (secche e spesse) talora verrucosiformi, rughe profonde, perdita della normale elasticità. La cute della nuca appare ispessita con rughe a disposizione romboidale "cutis romboidalis nuchae". (Serri e collaboratori 1972).
Le Cheratosi solari o Cheratosi attiniche sono frequenti al volto e al dorso delle mani in marinai e contadini. Tali lesioni, di pochi millimetri, tendono ad estendersi formando chiazze più grosse ed irregolari se non opportunamente trattate. Talora possono formare figure caratteristiche come cornetti cutanei. Di queste cheratosi ne esistono di varie forme, ipertrofica, atrofica, e bowenoide. Devono essere asportate chirurgicamente o mediante diatermocoagulazione o crioterapia.
Queste forme vengono classificate tra le precancerosi obbligate, poichè lasciate a se stesse, degenerano sempre verso un carcinoma. Non mi dilungherò di più, poichè bisogna ricordare che già all'inizio abbiamo detto che il sole è cancerogeno, quindi mediante le cheratosi attiniche oppure d'emblè, può far insorgere carcinomi, ma anche melanomi della pelle.
E proprio per questi ultimi sembrano avere una grandissima importanza sulla loro insorgenza quegli episodi di ustioni solari avvenuti nell'età infantile e in gioventù. E' quindi necessario che la cute e gli occhi, in particolare dei bambini, vengano sempre fotoprotetti con occhiali e filtri solari che devono essere consigliati da dermatologi in base al fototipo cutaneo del soggetto ed anche per le eventuali patologie del soggetto stesso (ad es. Lupus, ecc.).
Inoltre bisogna idratare moltissimo la cute dopo ogni esposizione solare mantenendo elevata l'idratazione con creme dopo-sole, idratanti e spray a base di acqua termale. E' importante lasciare riposare la cute dopo un periodo di lunga esposizione (per es. Le ferie); quindi è da sconsigliare il prolungamento della "tintarella" mediante lampade UV. Non bisogna mantenere costante tutto l' anno l' abbronzatura poichè questo segnerà, inevitabilmente, l' insorgenza di invecchiamento cutaneo precoce e di neoplasie cutanee, in particolar modo: Carcinomi Basocellulari e Spinocellulari, ricordando che questi ultimi possono essere metastatizzanti e quindi mortali.
Le creme filtro solari devono essere applicate frequentemente durante l' arco dell' esposizione, ed in special modo dopo ogni bagno in mare od in piscina, poiché diminuisce abbondantemente il loro potere filtrante.
Per contrastare il foto invecchiamento, inoltre, oggi sono a disposizione del dermatologo e dei pazienti, numerose sostanze (acido glicolico, acido ialuronico per biorivitalizzazione, ecc.), che possono contrastare efficacemente i danni e il naturale scorrere del tempo sulla nostra cute.
Devono però essere applicate da mani esperte ad opportune concentrazioni, poichè usate malamente possono causare effetti dannosi sulla pelle. L'idratazione è importantissima, come abbiamo gia detto, non solo dopo l'esposizione, ma anche nel proseguo del tempo.
Esistono ottimi prodotti farmaceutici idratanti con aggiunta di Vit. C per contrastare fenomeni che raggruppiamo sotto l'unica dizione di fotoinvecchiamento.
Per concludere, quindi, proteggersi bene dai raggi UV, esporre pochissimo in special modo i bambini se hanno meno di tre anni. Infatti per la prevenzione del rachitismo ossea bastano solo 30 minuti di sole al dì e anche solo sulle gambe, viso e braccia. Non esponiamoci mai nelle ore centrali della giornata, ricordiamoci che l'ombrellone non protegge, poichè vi è anche il potere rifrangente della sabbia e dell' acqua, assai traditore. Ricordarsi che il sole in montagna ed in campagna è anch'esso pericoloso e che la neve ed i ghiacciai rifrangono parimenti i raggi Uv.
Le "lampade" sono pericolose in particolare in mani inesperte e non mediche; bisogna usare i filtri solari anche quando si è abbronzati. Usare sempre occhiali, il melanoma può colpire anche l'occhio; fare sempre opera di persuasione verso quelle persone che non usano questi accorgimenti per evitare guai futuri
Giovanni Negri -dermatologo
pubblicazione del 2001
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