Innanzitutto occorre che, chi in età giovane tra i 28 e i 38 anni avverta anche il minimo sintomo di infiammazione gengivale o le gengive appaiano retratte e dolenti, si rivolga con tempestività alIo specialista parodontologo. Se poi fuma molte sigarette, in caso sia donna usa la pilIola contracettiva od è in prossimità di una gravidanza, il controlIo specialistico è perentorio.
Infatti tutti i fattori sopra citati sono predisponenti ed aumentano il rischio che la parodontite possa iniziare o evolvere velocemente. La malattia parodontale colpisce con maggiore frequenza la popolazione dopo i 40 anni e l'incidenza aumenta con l'aumentare delI' età. Per cui chi al di sotto dei 40 anni ha problemi alIe gengive e alI'osso, è presumibilmente predisposto geneticamente alIa malattia parodontale.
Il test
Il dubbio di una positiva suscettibiità alIa parodontite viene risolto con un test di facile esecuzione, basta prelevare un po' di saliva dalIa bocca; viene eseguita, con un esame di biologia molecolare, l'analisi del DNA per verificare" l'anomalia" genetica che facilita l'inizio precoce e la progressione rapida delIa malattia parodontale. La trasmissione ereditaria del polimorfismo genetico delIa interluchina-1 può essere trasmessa da un solo genitore o da entrambi. Così si chiama l'anomalia che altera la risposta immunitaria dell' organismo
all' invasione batterica a livello gengivale. Se la trasmissione polimorfica proviene da entrambi i genitori, la parodontite si esprime con maggiore gravità.
Il test commerciale, eseguibile però solo negli Stati Uniti ed in Germania si chiama PST. Attualmente anche in Italia il mio gruppo di ricerca composto, oltre che da noi clinici, anche da un genetista ed un esperto di biologia molecolare è in grado di eseguire un test per la verifica della suscettibilità alIa malattia parodontale. L'esame è indolore, di facile esecuzione, il prelievo salivare viene condotto nelIo studio odontoiatrico e l'indagine in laboratorio, così in breve tempo si può conoscere la propria probabile predisposizione genetica.
Il costo si aggira sui 200 euro.
Cosa dovrà fare chi saprà di essere geneticamente predisposto alIa malattia parodontale? l'accertamento diagnostico delIa positività al test genetico insieme ai segni clinici e radiografici che di solito l'accompagnano, devono modificare l'approccio alIa cura delIa bocca del paziente predisposto. Come l'odontoiatra dovrà modificare le proprie scelte terapeutiche in base alla realtà accertata. Ci sono ormai evidenze scientifiche che ci forniscono indici di rischio in base ad alcuni fattori: chi è fumatore rischia di perdere i denti per piorrea 2.9 volte in più di chi non lo è; chi oltre ad essere fumatore è positivo al test genetico rischia 7.7 volte in più. In un campione di 5000 soggetti nel mondo in terapia di mantenimento per la malattia parodontale, il 50% era positivo al test genetico, quindi la positività al test ha una maggiore frequenza di quanto si possa pensare per cui deve comparire l'approccio terapeutico sia del clinico che del paziente. Il clinico deve applicare le più rigorose strategie terapeutiche e le più predicibili e sicure per il risultato, il paziente deve essere consapevole delle proprie predisposizioni e modificare le proprie abitudini di vita, come interrompere il fumo, potenziare con opportune tecniche d'igiene orale il rigoroso controllo della placca batterica che deve essere monitorato e controllato periodicamente in visite e applicazioni di igiene orale professionale.
In definitiva il soggetto predisposto geneticamente oltre a modificare opportunamente le proprie abitudini, deve entrare dopo una terapia attiva di successo che ha eliminato l'infezione parodontale, in una terapia di mantenimento periodico.
Ma il massimo valore aggiunto della diagnostica genetica, si ottiene alla prevenzione primaria. L'identificazione dei soggetti che hanno un maggior rischio di parodontite permette di bloccare e modificare i fattori causali prima che la malattia sviluppi. A tal punto non c'è più il concetto generico di "prevenire è meglio che curare", perché molte volte non sappiamo cosa prevenire.
Ma prevedere, conoscere l’ effettivo rischio di malattia ci dà un'alta possibilità di vincere e di prevenire una malattia che spesso viene accertata quando già ha causato danni tessutali irreversibili. Ma non bisogna deprimersi, perché l'accertata positività al test può essere un fattore positivo per prevenire e curare efficacemente la malattia. L'importante è sapere, ancora più importante è agire tempestivamente
Giuseppe ARONNA
Specializzato in Parodontologia ed Implantologia
Via A. Ruiz 107
Napoli
Tel. 081/7614539
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Roma
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Sito: www.aronnaodontoiatria.it
Pubblicazione del 2002
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