COME SI FORMA E COSA E' LA CATARATTA
L'occhio si compone sostanzialmente in due dispositivi: uno per la ricezione e trasmissione delle immagini provenienti dall'esterno ed un altro che elabora queste immagini e le trasmette alla corteccia cerebrale. Il primo dispositivo, è intuitivo, si compone tutto di tessuti trasparenti (la cornea, il cristallino ed il vitreo); ebbene, quando il cristallino, una piccola lente situata nella porzione anteriore dell'occhio, perde trasparenza e diviene opaca, si dice che si ha la cataratta.
QUANDO COMPARE LA CATARATTA
La cataratta compare prevalentemente nell'anziano, ma sempre più spesso, anche nelle persone di mezza età; la sua comparsa è quindi per lo più legata al processo di invecchiamento; non rare sono comunque le cataratte di altra origine come quella da cortisone, da raggi, da traumi locali e quelle conseguenti a diabete, glaucoma, miopia elevata
SI PUO' PREVENIRE LA FORMAZIONE DELLA CATARATTA ?
Sebbene qualche cosa si possa fare per limitare o per evitare la sua formazione, recentemente è stato evidenziato che una dieta ricca di Vitamine può avere un effetto di un certo rilievo nella sua prevenzione.
QUAL'E' LA TERAPIA ?
I farmaci introdotti per via generale e somministrati per via locale fanno poco, anzi agiscono nel limitare moderatamente il processo di opacamento ed inoltre specialmente sul paziente anziano, hanno un indubbio effetto psicologico positivo; la terapia comunque è essenzialmente chirurgica.{
QUALI LE INNOVAZIONI INTRODOTTE IN QUESTI ULTIMI ANNI?
Sono decisamente tante oltre che importanti. La metodica chirurgica che sempre più si sta affermando è la facoemulsificazione; con questa tecnica l'intervento viene eseguito utilizzando un sistema ad ultrasuoni che frammenta la cataratta; i frammenti vengono poi accuratamente irrigati ed aspiranti; apertura piccola vuol dire riabilitazione rapida cioè rapido recupero visivo, immediato o quasi immediato ritorno alla normale attività di tutti i giorni, con evidenti risvolti positivi di tipo psicologico, sociale ed economico. Rispetto alle altre metodiche la facoemulsificazione è anche meno traumatica e più sicura. Un'altra grande innovazione sono i cristallini artificiali. Fino a pochi anni or &pagina2=sono l'operato di cataratta era condannato all'uso di pesanti e spessi occhiali che fornivano una vista inadeguata alle esigenze della vita frenetica attuale; le lenti a contatto hanno portato qualche miglioramento, ma non a sufficienza. I cristallini artificiali, minuscoli dischi di materiale plastico che vengono inseriti dentro l'occhio al posto e nella stessa sede della cataratta rimossa, oltre ad essere ben tollerati praticamente per l'intero arco della vita del paziente, forniscono una tale visione da fare spesso dimenticare al paziente di avere subito l'intervento di cataratta. Dalla loro comparsa nella chirurgia oculare, si risale al 1949, i cristallini artificiali non sono cambiati molto nel concetto, ma enormemente nella qualità della produzione, nella biocompatibilità del materiale, el perfezionamento delle caratteristiche ottiche. Recentemente sono stati sviluppati cristallini di materiale, forme, dimensioni adatte per essere introdotti anche attraverso incisioni piccolissime; a parte i cristallini in silicone, ci sono i materiali acrilici; sono termopieghevoli e quindi, dopo riscaldamento, possono essere introdotti attraverso la stesa incisione necessaria per la focoemulsificazione e poi riprendono la loro originaria dimensione e forma. L'altro grande vantaggio della chirurgia attuale è la sicurezza. Anche grazie all'introduzione delle "sostanze viscoelastiche" l'intervento è divenuto più sicuro e controllabile dal chirurgo e quindi sono diminuite drasticamente le complicazioni intraoperatorie; non solo, ma esse, ammortizzando il trauma chirurgico, consentono un recupero più rapido, permettono di posizionare il cristallino artificiale in sede sicura, in una posizione neutra (cioè dentro l'involucro della precedente cataratta) nella quale cioè esso sia tollerato per l'intero arco della vita del paziente senza indurre complicazioni postume. Ma i progressi della chirurgia della cataratta non si fermano qui; l'incisione piccola consentita dalla facoemulsificazione ha permesso lo sviluppo di metodiche che consentono l'intervento senza sutura. Operare senza sutura vuol dire eliminare quella fastidiosa procedura di rimozione dei punti dopo qualche mese dall'intervento; vuole soprattutto dire, anche se può sembrare un controsenso, maggior robustezza dell'occhio durante il decorso post-operatorio, ma soprattutto più rapido recupero visivo, più precoce stabilizzazione e quindi minor visite di controllo; in poche parole risultati migliori con minori disagi. Tutto ciò, piccola incisione, maggior sicurezza, maggior robustezza post-operatoria dell'occhio, ha condotto e sta sempre più conducendo ad un'altra grande innovazione il trasferimento della chirurgia della cataratta dall'ospedale all'ambulatorio. Che necessità c'è ormai di operare in ospedale o in clinica quando il paziente dopo una breve anestesia locale può alzarsi e tornare a casa? Che significato ha un'anestesia generale ed un ricovero in tali condizioni? E tutto ciò di per sé conduce ad altri vantaggi per il paziente; la mancata ospedalizzazione elimina lo stress emotivo e psicologico da ricovero, evita l'esclusione per un certo numero di giorni dalla vita sociale, evita la promiscuità e riduce il rischio di infezioni (a tutti è noto che l'ospedale è il luogo di cura, a parecchi è meno noto che esso è anche il luogo ove con più frequenza si contraggono infezioni). I migliori risultati, i minori rischi, la mancata ospedalizzazione, conducono ad un altro vantaggio: la possibilità di eseguire l'intervento precocemente, quando cioè la cataratta non ha ancora tolto completamente la vista (quando cioè la cataratta non è ancora matura); ciò ha indubbi vantaggi, perché viene evitato ai pazienti quel lungo e penoso periodo di scarsa visione che limita ogni attività visiva e fisica. Se tutto ciòha condotti innumerevoli ed importanti vantaggi per il paziente, com'è la situazione per il chirurgo? Sicuramente l' intervento è divenuto più difficile; sicuramente richiede maggior competenza e preparazione, sicuramente richiede l'utilizzazione di strumentazioni talvolta complesse, richiede un continuo aggiornamento; l'intervento cioè "chiede di più" ma la soddifsfazione dipinta sul viso del paziente allo sbendggio dell'occhio dopo l'intervento vale ben tutto ciò!
Dott. LUCIO BURATTO
Centro Ambrosiano di Microchirurgia Oculare
P.zza Repubblica 21
20124 Milano
Pubblicato nell'Aprile 1993
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