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In questo momento i tecnici accettano di buon grado il principio di utilizzare i test quale mezzo di indagine con il quale individuare e valutare le doti che si pensa possano essere peculiari per ogni disciplina sportiva. Il test risulta essere, quindi, un utile strumento di indagine al quale si ricorre per valutare le capacità e le attitudini fisiche, psichiche, tecniche, etc. In questo caso specifico facciamo riferimento ai test fisicoatletici, a quelle prove cioè attraverso le quali è possibile determinare il grado di efficenza di un atleta. I requisiti che determinano l'efficacia di un test sono: ¤ La semplicità delle modalità esecutive, in modo tale che possa essere ripetuto nel tempo. ¤ L'obiettività dei risultati delle singole prove, tali da non essere influenzati da colui che le esegue. ¤ L'ipersensibilità dei dati finali, che devono essere facilmente compresi dall'allenatore e messi al servizio della successiva programmazione. Normalmente i test vengono proposti seguendo una cronologia standard: ¤ all'inizio della preparazione pre-campionato; ¤ alla fine di tale periodo; ¤a metà circa del campionato; ¤alla fine del campionato; Tale prassi non la condividiamo, poichè non fornisce utili indicazioni sul rendimento dell'atleta, relativamente ai tipi di preparazione che l'allenatore, o il preparatore atletico, propone. In tal senso ci sembra più utile suggerire che vengano eseguiti: ¤ dieci giorni circa dopo l'inizio della preparazione pre-campionato; ¤ ogni due mesi nel rimanente periodo; Quando l'allenatore propone un test deve tener conto, inoltre, di alcune raccomandazioni: è necessario che le condizioni climatiche ed ambientali siano le più favorevoli possibile e sopratutto, che nella verifica successiva siano perlomeno simili. E' auspicabile che, prima dell'effettuazione del test, l'atleta compia un adeguato riscaldamento correlato con il tipo di sforzo che deve compiere durante la prova. E' opportuno che, se si desidera far eseguire più tipi di test nella medesima seduta di allenamento, vengano eseguiti per primi quelli meno dispendiosi ed affaticanti. E' indispensabile che l'atleta conosca le esatte modalità del test ed il motivo per cui lo effettua, al fine di ottenere la massima partecipazione e coinvolgimento emotivo. Illustriamo in questo articolo i test più conosciuti per valutare la resistenza. In un prossimo articolo tratteremo gli altri test per verificare altre capacità motorie.
I TEST DI RESISTENZA AEROBICA Il test Cooper è un test che possiamo considerare impegnativo, poiché richiede uno sforzo notevole e continuo per parecchi minuti. Crediamo che tale test sia da consigliare a quegli atleti che sono già abituati a compiere sedute di allenamento in cui siano previste delle esercitazioni di corsa a ritmo sostenuto. Il test si esegue preferibilmente su una pista di atletica o su un percorso misurato. L'atleta deve correre per 12' il più velocemente possibile, relativamente alla distanza da percorrere. Il risultato del test è dato dal totale dei metri percorsi dall'atleta nell'arco di tempo suddetto. A seconda dei risultati, gli atleti saranno catalogati in ordine di capacità. A questo proposito si fa riferimento alla tabella che segue. 
Potenza aerobica
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Distanza percorsa
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Pessima
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Meno di 1.600 mt
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Mediocre
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Da 1.600 a 2.000 mt
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Sufficiente
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Da 2.000 a 2.400 mt
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Buona
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Da 2.400 a 2.800 mt
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Ottima
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Oltre i 2.800 mt
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Il test Conconi: con il test Conconi si ricerca la velocità di corsa critica alla quale sia ha la sovrapposizione funzionale del meccanismo aerobico con quello anaerobico-lattacido. In pratica gli atleti effettuano una serie di ripetizioni di una distanza nota a velocità crescente, iniziando da ritmi lenti per finire ad intensità quasi massimale. Il metodo utilizza la correlazione che vi è fra la frequenza cardiaca e l'intensità della corsa. Il test Conconi è nato ed utilizzato da alcuni anni per l'atletica leggera, in quanto si è dimostrato uno strumento utile per verificare sul campo a quale velocità di corsa, nei muscoli di un atleta comincia ad accumularsi l'acido lattico. Questa velocità, indicata come soglia anaerobica, corrisponde proprio al ritmo di corsa che è utile praticare durante determinati allenamenti di resistenza. Siamo a conoscenza che tale test è stato eseguito anche da atleti praticanti vari giochi sportivi, di gruppo ed individuali, quali la pallamano, la pallacanestro, la pallavolo, il tennis, il rugby, il calcio, ecc. Proprio a proposito del calcio, esso viene applicato con la seguente metodologia. Agli atleti è applicato un cardifrequenzimetro dotato di un pulsante, premendo il quale viene memorizzato il tempo di percorrenza di una distanza nota e la frequenza cardiaca istantanea. Il ritmo da mantenere, o da incrementare ad ogni successiva tornata, viene indicato da un mini computer attraverso un segnale sonoro che, quando è emesso, deve corrispondere al momento in cui il giocatore passa vicino ad un apposito segnale posto sul percorso. Il mini computer è programmato affinchè il tratto misurato venga corso con una velocità superiore di circa 0,5 Km/h a quella del tratto precedente, partendo da ritmi molto bassi (8-9 Km/h), fino a raggiungere i 18-19 Km/h, velocità alla quale il test viene interrotto. In sede di analisi, mediante un'interfaccia, il cardiofrequenzimetro viene collegato ad un computer, portato in mano dal calciatore, su cui vengono riversati i dati che, visualizzati ed interpretati, sono utilizzati per programmare le sedute di allenamento successive.
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