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Riassunto
L'Autore presenta i principi dell'Omotossicologia, disciplina sviluppata
dall'Omeopatia complessista ad opera dello scienziato tedesco Hans Heinrich
Reckeweg alla fine degli anni ‘50, e ne illustra le applicazioni
cliniche.
L'Omotossicologia rappresenta un'evoluzione della Omeopatia fondata da
Samuel Hahnemann (1755-1843) alla luce delle più recenti acquisizioni
nel campo della Biologia, della Medicina e della Fisica, in un'opera di
sintesi avviata dal suo ideatore, Hans Heinrich
Reckeweg (1905-1985) e, a tutt'oggi, proseguita da quanti operano
nell'ambito della sanità interpretando le continue scoperte scientifiche
alla luce di una visione olistica della Medicina Biologica ispirata alle
teorie di Hahnemann e alle leggi della fisiologia e fisiopatologia bioenergetica
della Medicina Tradizionale Cinese e di altre metodiche terapeutiche olistiche.
A Reckeweg va quindi attribuito il merito di aver rinnovato le teorie
omeopatiche alla luce delle più recenti scoperte scientifiche in
campo medico, biologico, fisico etc.
La nascita dell'Omotossicologia risale all'anno
1952 quando RH. Reckeweg pubblicò sul Munchner Medizinske
Magazin un articolo dal nome: "Effetti di vicariazione, omotossine
e fasi delle malattie nei tessuti dei tre foglietti blastodermici"
nel quale venivano descritti i principi fondamentali dell'Omotossicologia.
I concetti fondamentali introdotti da Reckeweg alla base dell'Omotossicologia
sono quelli di Medicina Biologica e di Omotossina.
Con il termine Medicina Biologica, Reckeweg descrive un sistema diagnostico
e terapeutico che ha alla base la concezione della Medicina per la quale
l'essere umano è un sistema biologico facente parte integrante
dell'ambiente che lo circonda, in un rapporto di reciprocità micro-macrocosmica
interpretabile alla luce di tutte le acquisizioni della biofisica, delle
forze deboli, della medicina quantistica.
Da un punto di vista biofisico, infatti, l'Uomo
è un sistema aperto, quindi, dissipativo, secondo i principi
della Termodinamica. Un sistema aperto scambia energia e materia con l'ambiente
che lo circonda grazie alla realizzazione di un gradiente energetico di
flusso. Il nostro organismo, come quello di tutti i sistemi viventi, assume
energia e materia dall'esterno, li elabora e, quindi, li emette nuovamente
nell'ambiente. Tale flusso è fondamentale per il mantenimento della
vita.
Se l'energia, infatti, fosse trattenuta all'interno del sistema si avrebbe
un grave aumento del disordine che porterebbe a morte l'organismo.
I sistemi aperti, infatti, rappresentano un'eccezione al Secondo Principio
della Termodinamica, il quale afferma che apportando energia ad un sistema
chiuso il disordine del sistema aumenta.
Nella materia vivente, però, l'aumento del disordine e, quindi,
dell'entropia, porterebbe alla disgregazione e alla morte. Il carattere
dissipativo dei sistemi biologici aperti consente, invece, la dispersione
dell'entropia all'esterno permettendo, così, all'organismo vivente
di assorbire energia dall'ambiente esterno senza subire un aumento catastrofico
della propria entropia. Ciò si può realizzare, però,
solo se esiste un gradiente di entropia tra l'interno del sistema e l'ambiente
circostante; solo l'esistenza di una differente quantità di entropia
tra l'interno e l'esterno del sistema consente, infatti, al sistema biologico
di dissipare l'entropia nell'ambiente esterno, dove l'entropia è
più bassa rispetto all'interno.
Le Leggi della Termodinamica applicate ai sistemi aperti, come quelli
biologici, ci ammoniscono a mantenere basso lo stato di entropia, ossia
di disordine, dell'ambiente che ci circonda.
Se l'entropia ambientale tende ad aumentare, diventa sempre più
difficile, per i sistemi biologici, dissipare quella prodotta al loro
interno.
L'aumento del disordine nell'organismo vivente porta ad una disorganizzazione
dei sistemi di regolazione e, quindi, alla malattia e alla morte.
In questa maniera la Medicina Biologica diventa
anche Medicina Ecologica: l'intero Ecosistema è un essere
vivente di cui l'Uomo fa parte nel quale la salute di ogni essere vivente
è strettamente legata alla salute dell'Ecosistema da leggi fisiche
innegabili.
L'altro concetto fondamentale introdotto da Reckeweg è quello di
omotossina intendendo con
questo termine qualsiasi sostanza di origine esogena o endogena in grado
di produrre direttamente o indirettamente un danno a livello dell'organismo
umano. Tali sostanze possono essere introdotte nell'organismo dall'esterno
(antigeni, tossici alimentari, ambientali, professionali, inquinanti,
farmaci, ecc) o possono essere prodotte dal nostro organismo nel corso
del metabolismo (ac. urico, istamina, urea, etc.).
La presenza di queste sostanze all'interno dell'organismo è in
grado di aumentare lo stato di disordine del sistema e, pertanto, è
fondamentale la loro eliminazione. Poiché le omotossine svolgono
un'azione tossica, il sistema difensivo dell'organismo è costantemente
impegnato alla loro eliminazione attraverso gli organi emuntori e le escrezioni
fisiologiche.
Se il carico omotossinico aumenta per un aumento della produzione o dell'introduzione
dall'esterno delle omotossine o per un deficit dei sistemi di depurazione,
l'organismo attiva ulteriormente il sistema di difesa attraverso l'infiammazione
per incrementare l'eliminazione delle tossine.
Grazie alla flogosi, infatti, si realizza la catabolizzazione delle omotossine,
la loro fagocitosi e trasporto a livello degli organi di depurazione per
la loro definitiva espulsione dall'organismo.
Se l'organismo non riesce a smaltire le omotossine con l'attivazione dei
processi infiammatori, per notevole sovraccarico tossico, per insufficienza
dei sistemi difensivi e/o perché l'uso degli antinfiammatori blocca
la risposta difensiva stessa, è costretto a depositarle, dapprima
nel tessuto connettivo e poi all'interno delle cellule.
Il tessuto connettivo, oltre ad essere la trama di sostegno disposta ubiquitariamente
in tutto l'organismo, svolge un ruolo metabolico fondamentale essendo
il teatro dove si svolgono tutte le reazioni biochimiche e, quindi, anche
quelle legate agli stessi processi infiammatori.
Quando questo tessuto si satura di omotossine queste cominciano ad essere
depositate all'interno delle cellule aprendo la strada alle malattie croniche
degenerative e, quindi, allo sviluppo delle neoplasie.
Se i sintomi delle cosiddette "malattie" rappresentano il risultato
dell'attivazione dei meccanismi difensivi finalizzati alla catabolizzazione
delle omotossine, allora le "malattie" non sono altro che l'espressione
del tentativo messo in atto dall'organismo per difendersi dall'aggressione
dei diversi fattori nocivi.
Sulla base di questo concetto è necessario riconsiderare il valore
del termine "malattia" la quale è, secondo Reckeweg,
"espressione delle risposte difensive, biologicamente opportune,
contro omotossine esogene o endogene, oppure è espressione dei
danni tossici subiti che l'organismo cerca di compensare con un riequilibrio
funzionale".
Conseguentemente un atteggiamento terapeutico finalizzato alla repressione
dei sintomi risulta nocivo per il nostro organismo essendo responsabile
del blocco di quei meccanismi difensivi attivati dal nostro sistema biologico
al fine di eliminare le omotossine.
Ne deriva che l'uso degli antinfiammatori e di tutti quei presidi terapeutici
finalizzati all'inibizione o repressione della risposta infiammatoria
risulta estremamente dannoso. Il blocco della eliminazione delle omotossine,
infatti, porta a numerose conseguenze, innanzitutto facilita l'insorgenza
delle recidive della malattia, il persistere delle omotossine, infatti,
determina una riattivazione dei processi infiammatori al fine di ottenere
finalmente l'eliminazione delle stesse.
Lo scopo della terapia medica deve essere quindi, non quello di reprimere
la risposta dell'organismo, ma quello di potenziarne le capacità
difensive favorendo i meccanismi di auto guarigione che sono strettamente
legati alla possibilità di eliminare il sovraccarico omotossinico.
E' proprio in tutto questo che si inserisce il ruolo terapeutico e preventivo
dell'omeopatia e dell'omotossicologia.
Mentre il trattamento allopatico agisce, quindi,
opponendosi allo sforzo difensivo del sistema biologico, quello omeopatico
e quello omotossicologico agiscono nella stessa direzione della risposta
difensiva potenziandone gli effetti.
Tutto ciò ci spiega il fenomeno del cosiddetto aggravamento omeopatico
che consiste in un temporaneo peggioramento
dei sintomi lamentati dal paziente che precede la loro definitiva scomparsa
e, quindi, la guarigione.
E' pur vero, comunque, che la risposta infiammatoria può assumere
un andamento aggressivo tanto da rischiare di diventare essa stessa causa
di danni. Il compito del medico deve essere proprio quello di capire quando
un fenomeno infiammatorio, svincolandosi dai fenomeni di autocontrollo,
può diventare pericoloso per l'organismo stesso, o quando le capacità
difensive dell'organismo sono state completamente sopraffatte tanto da
non poter essere più da sole in grado di superare i fattori aggressivi.
Solo e soltanto in questi casi sarà necessario fare ricorso alle
terapie allopatiche soppressive per il tempo strettamente necessario affinché
quelle biologiche, contemporaneamente avviate, sortiscano gli effetti
terapeutici di stimolo della risposta depurativa e difensiva,
I rimedi omotossicologici sono solitamente dei rimedi complessi, ossia
delle formulazioni farmaceutiche, disponibili in gocce, in compresse,
in fiale, costituite dall'insieme di più rimedi omeopatici che
vengono abbinati tra di loro per rafforzarne l'efficacia. Essi non solo
possono essere prescritti in base a criteri omeopatici, ma anche in base
alla diagnosi della malattia, così come normalmente si fa con i
comuni farmaci allopatici.
L'Omotossicologia è quindi una concezione
innovativa dell'Omeopatia, con un suo proprio corpus teorico e
metodologico e una sua caratteristica strategia terapeutica.
L'etimologia del termine omotossicologia, o omeopatia antiomotossica,
significa: "studio degli effetti delle tossine sull'Uomo e relativo
trattamento omeopatico".
Il medico omotossicologo, rifiutando ogni integralismo terapeutico, utilizza
tanto le acquisizioni della medicina omeopatica quanto quelle della medicina
convenzionale e reinterpreta dati secondo un paradigma coerente che spiega,
grazie alla
propria specifica chiave di lettura, il manifestarsi dei fenomeni della
salute e della malattia in modo completo.
Per l'Omotossicologia lo stato di salute è perciò interpretato
come omeostasi dinamica in cui la malattia è valutata come espressione
della lotta fisiologica dell'organismo che tende ad eliminare quelle "omotossine"
o endogene ed esogene che hanno superato la soglia di allarme.
La terapia tende, di conseguenza, a stimolare e modulare i meccanismi
di autoguarigione propri dell'organismo, incrementando la risposta immunitaria
specifica di ciascun soggetto. A tale scopo vengono utilizzati farmaci
omeopatici unitari a bassa, media e alta diluizione e complessi derivati
sia dell'omeopatia classica che da acquisizioni farmacologiche più
recenti, quali i substrati d'organo di suino, i catalizzatori intermedi,
i chinoni ed i vari principi immunostimolanti, come i fattori di crescita
nervina omeopatizzati.
I vantaggi terapeutici rispetto all'omeopatia classica sono dati dalla
possibilità di intervento anche nelle malattie croniche e degenerative
e dalla maggiore rapidità di azione nelle patologie acute.
L'Omotossicologia vede i suoi primi lavori scientifici negli anni '60
e deve, come si è detto, la sua denominazione al genio del medico
omeopata tedesco H.H. Reckeweg (19051985) che nel 1952 diede il nome Omotossicologia
a questa Disciplina del "complessismo sinergico omeopatico".
Essa dedica particolare attenzione allo studio dei meccanismi immunitari
ed enzimatici attraverso la cui modulazione, ottenuta con l'utilizzo di
innovativi principi biologici, si possono stimolare le più appropriate
attività disintossicanti fisiologiche e giungere così al
ripristino dello stato di salute, ridando al malato un suo personale equilibrio
energetico, tessutale, organico e funzionale. Le
basi teoriche della terapia complessista furono inizialmente elaborate
dallo svizzero E. Burgi, che, nel 1910-32, enunciava il cosiddetto
"effetto Burgi" o "regola di Burgi", che asserisce
che rimedi omeopatici unitari diversi, somministrati insieme, producono
un "sinergismo farmacologico".
Veniva comprovato che l'effetto farmacologico molto spesso si concreta
mediante la cooperazione attiva conaltri fattori dell'organismo; fattori
che variano da persona a persona, essendo molti gli elementi in gioco
nella complessità dell'azione farmacologica, in quanto l'uso articolato
di vari rimedi dava luogo a effetti additivi e/o moltiplicati, grazie
al mutuo effetto di potenziamento, a seconda del punto di attacco farmacologico
sui recettori biologici del malato.
Veniva enunciato, così, il principio del "sinergismo farmacologico"
in omeopatia clinica.
A sua volta, Reckeweg formulò, genialmente, una serie di farmaci
biologici complessi, ben articolati e numerosi, sulla cui esperienza poteva
svilupparsi l'Omotossicologia, dandosi il motto "Herba Est Ex Luce".
Al "complesso dei sintomi", ricercato da Samuel Hahnemann (1755-1843)
fondatore della Omeopatia nel secolo XVIII, epoca in cui la malattia come
entità nosologica era quasi sconosciuta per mancanza di conoscenze
fisiopatologiche, si sostituivano cognizioni nosologiche precise, ben
documentate e aderenti agli sviluppi della scienza medica del Novecento.
L'omotossicologia tedesca, legata alla scala delle diluizioni decimali
di Constantin Hering (1800-1880), principale allievo statunitense di Hahnemann,
fatta propria dall'omeopatia unicista a indirizzo clinico, e l'omotossicologia
italiana, legata alla scala delle diluizioni centesimali di Hahnemann,
formano un asse terapeutico irrinunciabile per il malato.
I due indirizzi omotossicologici rappresentano, con le loro forze unite,
un costante aggiornamento ai progressi scientifici e tecnologici della
medicina convenzionale, con vantaggi reciproci per ogni indirizzo terapeutico
e a salvaguardia della salute pubblica, potendo affiancarsi e/o sostituirsi
in modo opportuno a quei farmaci allopatici, meglio detti farmaci delle
dosi ponderali, che causano, ad esempio, effetti iatrogeni..
Alle potenze o diluizioni decimali va il ruolo di
rapidità di azione nella lotta antiomotossica unitamente
a presidi più articolati per curare a fondo il paziente nel suo
terreno genetico e ambientale, tenendo presente l'intera sua patobiografia,
il gioco delle vicariazioni, l'intera gamma della sintomatologia psichica,
cioè la globalità della sua persona, lo "olos",
vale a dire l'intrinseca unità del suo essere; alle
potenze o diluizioni centesimali va il ruolo di consolidare il successo
iniziale bloccando ogni possibilità di vicariazione progressiva,
cioè delle fasi di peggioramento, involuzione e cronicizzazione.
Strategicamente, il centro di gravità della diagnosi e della terapia
viene dall'Omotossicologia spostato dal livello somatico al livello psichico.
Così può giungere veramente a fondo l'azione delle alte
diluizioni, di schietta fattura hahnemanniana, dinamicamente protesa al
di là dell'unità molecolare, verso le particelle minime
che ruotano intorno all'atomo.
E' possibile quindi ricostruire un centro di gravità diagnostico-terapeutica
che prenda in considerazione olisticamente,
appunto, il piano fisico e mentale perché è su questi livelli
incessantemente interagenti che ogni essere umano si autostruttura spiritualmente
come un unicum che come tale va interpretato per essere curato.
La terapia in omotossicologia
E' necessario intervenire con una terapia che: agisca a livelli distinti,
non determini importanti peggioramenti, offra
risultati chiari a livello tissutale. Ogni rimedio omotossicologico può
essere opportunamente definito come un "farmaco sinergico":
esso agisce infatti sia sul piano orizzontale (è solitamente composto
da più rimedi aventi un tropismo comune)
che su quello verticale (per la presenza contemporanea di varie diluizioni
dei rimedi).
Esistono farmaci omotossicologici che agiscono a vari livelli, sempre
tuttavia estremamente caratterizzati ed anche per questo è sempre
necessario individuare con chiarezza e precisione la situazione clinico-anatomopatologica
del paziente in ogni suo aspetto.
Man mano che il farmaco diventa più complesso, più ampia
e più facilmente individuabile è la sua azione.
Rimedi di Fase: rimedi di
stimolo globale e generalizzato sull'organismo (per il loro uso è
necessaria l'individuazione della Fase di malattia che sta vivendo il
quel momento il malato).
Rimedi di Funzione o di Organo:
rimedi più specifici, che servono spesso a rifinire e completare
una strategia terapeutica relativa ad un organo o ad una funzione (per
il loro uso è necessaria l'individuazione fisiopatologica della
situazione del malato).
Classificazione dei Rimedi Omotossicologici
Farmaci Singoli (tutti a diluizione bilanciata):
- Omeopatici Singoli
- Catalizzatori Intermedi
- Allopatici Omeopatizzati
- Nosodi
- Organi di suino
Rimedi composti:
- Composti semplici
- Composti della Patologia Funzionale
- Omotossicologici propriamente detti:
l) Tissutali, 2) Di stimolo di fase aspecifica
Apporto farmacologico dell'Omotossicologia all'Omeopatia
Il farmaco omeopatico è la base di partenza degli studi omotossicologici
Attraverso un:
- Approfondimento teorico omeopatico si ha:
l'introduzione della diluizione bilanciata
- Ampliamento della teoria dei nosodi ed uno studio clinico si ha: l'introduzione
dei nuovi nosodi
- Applicazione della teoria organoterapica e degli studi di anatomia comparata
si ha:
l'introduzione degli Organi di suino
- Applicazione della conoscenza e della tecnica omeopatica alla farmacologia
allopatica si ha:
l'introduzione degli Allopatici Omeopatizzati
- Applicazione dell'Omeopatia agli studi di biochimica cellulare si ha:
l'introduzione dei Catalizzatori intermedi Rimedi omeopatici singoli
Potenza: Diluizione e dinamizzazione delle sostanze omeopatiche
di base
Denominazione |
Diluizione |
Sinonimo |
D |
decimale l:l0 |
X |
C |
centesimale l:100 |
CH |
Q |
cinquantamillesimale1:50000 |
LM |
X o K |
Korsakoviane l:100 |
Korsakoviane |
Grado di potenza:
- Potenze basse: D1 - D6 / Cl - C3 oppure
entro la D6, entro la 6CH, la 200K, la 6/LM o 6/50M
- Potenze medie: D7 - Dl5 / C4 - C6 oppure
tra la 7CH e la 9CH, la 100K, la 9/LM o 9/50M
- Potenze alte: D30 / Cl5 oppure tra la 15CH
e 200CH, la 10000K, la 30/LM o 30/50M
L'OMOTOSSICOLOGIA in quanto OMEOPATIA BIOCHIMICA utilizza i mediatori
biochimici cellulari in forma omeopatica per influenzare le reazioni cellulari
L'Omotossicologia agisce nella biochimica cellulare con:
Catalizzatori intermedi del ciclo di Krebs, influenzano la produzione
di energia e la sintesi proteica
Chinoni, influenzano la produzione di energia ed i meccanismi di ossido-riduzione
cellulare
I farmaci convenzionali causano:
- Soppressione del meccanismo fisiologico dell'infiammazione
- Blocco del ciclo di Krebs per l'utilizzazione dei metaboliti per chelare
le tossine
- Danno del DNA: mutazioni e sintesi di errate proteine
Catalizzatori
Sono sostanze biochimiche che inducono, acceleranoo interrompono, reazioni
cellulari. Il processo in cui intervengono i catalizzatori è quello
della catalisi a livello cellulare.
In particolare con i catalizzatori possiamo influenzare il ciclo di Krebs
e determinare a seconda del catalizzatore impiegato accumuli o deplezioni
di sostanze enzimatiche.
Un blocco del ciclo di Krebs causa gravi danni cellulari e la cellula
è portata ad assumere caratteristiche funzionali anomale: Glicolisi
Anaerobica tipica della cellula neoplastica
E' una via primitiva e antieconomica di produzione di ATP utilizzata da
cellule libere (globuli rossi) e da cellule cancerogene.
Catalizzatori intermedi omeopatizzati
Sono le sostanze biochimiche che, diluite omeopaticamente, influenzano
reazioni metaboliche specifiche a livello cellulare
La possibilità di disporre dei catalizzatori intermedi in diverse
diluizioni ci permette di influenzare in vario modo il metabolismo cellulare:
Bassa diluizione, stimola una reazione
Alta diluizione, inibisce una reazione
Catalizzatori intermedi del ciclo di Krebs
Acidum-Ketoglutaricum: Ipofunzione, spasmofilia
Acidum cis-aconitum: Iperreattività,
Ipersensibilità, Allergia
Acidum nitricum: Esaurimento, Ipersensibilità
Acidum fumaricum: Intossicazione, Disordine metabolico
Acidum malicum: Iporeattività, patologie croniche
Acidum succinicum: Esaurimento, Stress, Anemia
Natrium oxalaceticum: Suscettibilità alla malattia, Allergia alimentare
Natrium pyruvicum: Convalescenza, Intossicazione, tendenza cronica
Mg Mn phosphoricum: Perdita di energia
Baryum oxalsuccinico: Insufficienza ormonali
Chinoni
Sostanze, assai diffuse in natura, che hanno in comune il grande tropismo
per l'ossigeno.
Sono chinoni gli enzimi, fondamentali per il trasporto elettronico, che
si trovano a livello mitocondriale. Hanno un ruolo chiave nell'utilizzazione
dell'ossigeno da parte della cellula.
Sostanze tossiche normali in natura correlate al processo di degenerazione
e morte di foglie e vegetali in generale.
La colorazione giallo-bruna di funghi e pigmenti vegetali è dovuta
proprio ai chinoni.
Sostanze di tipo chinonico si formano fisiologicamente nell'organismo,
a vari livelli, nell'ambito dei processi di ossido-riduzione.
In alcune situazioni patologiche, la loro concentrazione tissutale aumenta
abnormemente: per assunzione di tossici chimici ambientali, per eccesso
di lassativi, per blocchi nel ciclo di Krebs, ecc
La loro presenza viene tipicamente denunciata dall'imbrunimento del tessuto
affetto e da alterazioni circolatorie locali Rappresentano dei potenti
radicali liberi che, in eccesso a livello tissutale, hanno spiccatissime
capacità di ossidazione. Queste stesse sostanze, introdotte nell'organismo
in forma omeopatica, spiazzano gli analoghi radicali liberi tossici che
bloccano a vari livelli la funzionalità cellulare e la respirazione
cellulare e depurano la cellula.
Il chinone omeopatico permette uno sblocco efficace: vengono riattivate
le ossidazioni, si innalza la temperatura corporea, compaiono i sintomi
legati al ripristino della reattività organica che talora si traducono
in una reazione di aggravamento di tipoespulsi vo-infiammatorio.
Nosodi
In base all'eziologia delle patologie originarie, che generano una risposta
immunologica insufficiente e, in conseguenza
della loro cronicizzazione, si utilizzano diversi tipi di nosodi:
- Nosodi virali
- Nosodi batterici
- Associazione di nosodi
- Nosodi da organi
- Nosodi costituzionali
Metodo di Prescrizione del Nosodi per:
- Similitudine sintomatica, secondo la legge di similitudine omeopatica
- Similitudine eziologica anamnestica rispetto a una malattia antica apparentemente
curata.
- Similitudine eziologica attuale (associato con i rimedi omotossicologici/omeopatici
spesso di drenaggio del mesenchima) Al termine di una patologia acuta
o immediatamente dopo. Dopo una vaccinazione
Come un qualsiasi rimedio omeopatico:
Prescrivere dopo un inquadramento clinico globale o dopo la selezione
di un gruppo di sintomi di valore massimo che si incontrano nel paziente,
indipendentemente dalla sua patologia.
Per considerazioni eziologiche: si considera la malattia che è
alla base dei disturbi del paziente, studiandone i dati clinici di laboratorio
o i sintomi attuali del paziente.
Nosode specifico per la malattia che ha portato il paziente all'attuale
situazione patologica.
Nosodi di Causa
Dopo una patologia acuta
I nosodi inducono più rapidamente l'eliminazione delle tossine
depositate nel mesenchima (vicariazione regressiva). In tal modo si eliminano
gli agenti eziologici, i depositi residui di patogeni (foci patogeni latenti)
e le colonie di agenti che non sono patogeni (escrezione permanente).
Utile dopo una malattia infettiva (rosolia, influenza..).
Azione a livello del mesenchima con un meccanismo di tipo immunologico,
riduce la iper-risposta immunoglobulinica. Nosodi
costituzionali
Azione sulla costituzione e sul temperamento: Nosodi costituzionali
Azione sugli organi e tessuti: Nosodi Costituzionali (patologie croniche
e degenerative).
Nosodi: alte diluizioni: agiscono a livello generale informando il sistema
immunologico
basse diluizioni: agiscono a livello tissutale stimolando il sistema immunologico
Prescrizione del Nosode
Nelle fasi cellulari delle malattie
Nei blocchi
Nelle patologie autoimmuni
Nelle allergopatie
In fasi umorali reattive, quando c'è una componente discrasica
tissutale.
Rimedi Organo Terapici
Rimedi che si elaborano a partire da organi di animali, parti di organi,
cellule, organuli e compartimenti cellulari, liquidi cellulari o extracellulari
Azione dei rimedi organoterapici
a) Influenza sulla funzione dell'organo:
riduzione della funzione
stabilizzazione
stimolazione
b) Influenza sulla struttura dell'organo:
Induce una reazione di tipo anticorporale
Reazioni maggiori se minori e più ponderali sono le diluizioni
Organo terapici:
alte diluizioni: moderano l'attività dell'organo corrispondente
basse diluizioni: stimolano l'attività dell'organo corrispondente
Tappe della prescrizione
1. Individuare l'organo danneggiato e gli organi che ne risentono secondariamente
Analisi di laboratorio, Iridologia, Repertorio Omotossicologico, Diagnostica
cinese
2. Individuare il tipo di disfunzione
Iperfunzione - Infiammazione
Squilibrio funzionale
Ipofunzione - Atrofia
Organo
in iperfunzione
Alte diluizioni somministrate in lunghi intervalli di tempo
Via endovenosa
Organo in disfunzione
Cocktail di diluizioni somministrato a medi intervalli
Via intramuscolare
Organo in ipofunzione
Basse diluizioni somministrate frequentemente
Via subcutanea locale
Fasi di azione
1. Fase preliminare
Utilizzo del rimedio corrispondente all'organo danneggiato associato con
altri organoterapici funzionalmente complementari, per attivare anche
questi organi e permettere così che canalizzino le eventuali tossine
che l'organo più compromesso può espellere nell'ambito di
una buona reazione difensiva.
2. Fase di stimolo reattivo
Utilizzo del rimedio corrispondente all'organo danneggiato in diluizione
più bassa rispetto alla prima fase, spesso mescolato con rimedi
omeopatici con azione specifica sull'organo e che considerano l'eziologia
della lesione.
Spesso, in questa seconda fase, si utilizza l'autoemoterapia che potenzia
la reattività immunologica dell'organismo.
Ci sono maggiori reazioni di aggravamento, come infiammazione, se la situazione
clinica è grave e se si utilizzano basse diluizioni, però
questo effetto si riduce se si utilizzano sempre contemporaneamente rimedi
di drenaggio a livello dei diversi organi implicati nella risposta organica.
Importanza di individuare il tropismo organico della malattia organo-terapico
specifico
L'impiego di organi di suino induce un'attivazione delle funzioni organiche,
un risveglio generale della reattività e cosìuna maggior
sensibilità e capacità di risposta dell'organismo alla terapia
seguente.
Il loro impiego è fondamentale nella terapia delle malattie croniche
A cura del Dr. Paolo Roberti
BIBLIOGRAFIA
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Antihomotoxica et Materia Medica, Biologische Heilmittel Heel GmbH, BadenBaden,
VIII edizione, versione italiana, Milano, 1998
2) Bianchi I.: Repertorio OmeopaticoOmotossicologico. Guna Editore srl,
Milano, 1993
3) Bianchi I.: Materia Medica Omotossicologica, Guna Editore srl, Milano,
1993
4) Reckeweg H.H.: Omotossicologia. Prospettive per una sintesi della medicina,
Guna Editore srl, Milano, 1988
5) Reckeweg H.H.: Materia Medica Omeopatica, Guna Editore srl, Milano,
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6) Reckeweg H.H.: Repertorio Omeopatico, Guna Editore srl, Milano, 1993
7) Roberti P.: Uso di farmaci omotossicologici in un Centro di Salute
Mentale del Servizio Sanitario Nazionale: studio aperto in un gruppo di
area diagnostica omogenea. La Medicina Biologica, 3:15-21,2003
8) Roberti P.: Lo status giuridico delle Medicine Non Convenzionali in
Italia e in altre nazioni occidentali. Anthropos & Iatria, 2:72-87,
2003
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