AIDS - SOGGETTI e COMPORTAMENTI a RISCHIO

Mercoledì 29 Marzo 2006 16:52
Stampa

2) La sorgente dell'infezione è costituita non solo dai malati ma anche da portatori asintomatici.
3) La trasmissione del virus è stata documentata avvenire esclusivamente attraverso:
- Rapporto sessuale con soggetti infetti.
- Trasfusione di sangue o plasma o fattori della coagulazione infetti.
- Siringhe o aghi contaminati con sangue infetto.
- Madre infetta al figlio durante la gravidanza, al momento del parto e durante l'allattamento.
4) Il frequente scambio di partner, i rapporti anali, il ripetuto scambio di siringhe, l'elevato numero di trasfusioni aumentano il rischio di infezioni.
5) E' stato comunque dimostrato che un solo rapporto sessuale o un solo uso di siringa o una sola trasfusione da soggetti infetti possono trasmettere l'infezione.
6) Qualunque altra possibile forma di trasmissione non è stata dimostrata: pertanto, allo stato attuale delle conoscenze, non costituiscono fattori di rischio:
- Contatti sociali (ambiente familiare, di lavoro, scuola, locali pubblici, inclusi i bar e i ristoranti, mezzi di trasporto, alimenti, acqua, stoviglie, servizi igienici, piscine, etc.).
- Trasmissione per via aerea (goccioline di saliva, sputo, colpi di tosse ).
- Contatti casuali (strette di mano, etc).
- Liquidi biologici (urine, saliva, lacrime, etc.).
- Altri vettori (zanzare, altri insetti, e animali).
7) A oggi in Italia sono stati identificati 525 casi di Aids conclamato ma circa 100.000 sono stimati essere i soggetti infetti (sia asintomatici sia con manifestazioni cliniche).
Questi dati si riferiscono al 22 gennaio 1987, giorno in cui si è riunita la Commissione nazionale per la lotta all'Aids.
8) La grande maggioranza di questi casi riguarda alcune categorie a rischio: tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti, omosessuali maschi, politrasfusi, figli di madri tossicodipendenti.
9) Recentemente sono stati segnalati casi di soggetti contagiati sia attraverso rapporti sessuali con persone appartenenti alle categorie a rischio sia con soggetti eterosessuali di ambo i sessi con elevato numero di partner.
10) Mancando attualmente una terapia specifica o un vaccino, l'unico strumento di lotta contro l'infezione è la prevenzione che si deve attuare nel modo seguente.
Per la popolazione in generale
- Non fare uso di droghe, anche perché la droga deprime le difese immunitarie.
- Evitare rapporti sessuali con partner sospetti o almeno usare sempre il profilattico.
- Usare soltanto siringhe a perdere ed evitare assolutamente lo scambio o la riutilizzazione.
- In caso di trasfusione di sangue fare uso di sangue proveniente da centri di sangue autorizzati.
Per i soggetti appartenenti alle categorie a rischio
- Sottoporsi a esami clinici e di laboratorio per accertare il proprio stato rispetto all'infezione.
- Evitare rapporti sessuali occasionali.
- Ridurre il numero di partner sessuali.
- Usare regolarmente il profilattico.
- Le coppie di soggetti a rischio desiderose di prole devono sottoporsi a esami preliminari.
Per i soggetti gia sieropositivi (infetti)
- Evitare rapporti sessuali, o almeno usare regolarmente il profilattico fin dall'inizio del rapporto sessuale.
- Informare il partner della propria condizione di sieropositività anche per non incorrere in eventuali responsabilità giuridiche.
- Evitare lo scambio di articoli personali di toilette, specialmente di oggetti aguzzi o taglienti.
- Evitare donazioni di sangue, di tessuti, di organi e di sperma.
- Informare i sanitari curanti (medici, dentisti, chirurghi, ginecologi, analisti, etc.) del proprio stato di sieropositivi.
- Le donne sieropositive in età fertile devono evitare la gravidanza.
- Le donne sieropositive gravide devono rivolgersi ai Centri che sono indicati dalla Regione perché è dimostrato un elevato rischio di trasmissione dalla madre al feto.
- Sottoporsi a regolari controlli clinico-diagnostici.
Osservando le regole precedentemente indicate non sussistono particolari rischi per la convivenza con soggetti sieropositivi.
Si richiama tuttavia la necessità di osservare rigorosamente le regole dell'igiene personale.
Per gli addetti ad arti e mestieri che implicano l'uso di aghi e strumenti taglienti, che possono provocare ferite con fuoriuscita di sangue (manicure, estetisti, pedicure, barbieri, tatuatori, etc.), pur non essendo mai stata dimostrata la trasmissione dell'infezione attraverso i suddetti oggetti, si richiama, in via cautelativa, all'osservanza delle seguenti norme igieniche (gia previste per l'infezione da epatite B):
- Usare quanto possibile strumenti a perdere.
- Disinfettare dopo ogni uso lo strumento con i comuni disinfettanti inclusi alcool etilico o varechina.
- Lavare gli oggetti con sapone o detersivo. Nel caso di fuoriuscita di sangue o contaminazione di oggetti o ambienti con sangue, si raccomanda sempre la disinfezione.

Rapporti sicuramente a rischio
PENETRAZIONE VAGINALE (pene-vagina): a rischio se uno dei due partners è affetto da AIDS. II contagio avviene attraverso il contatto sperma-sangue: maggior rischio nel periodo mestruale, maggior rischio durante rapporti violenti,
FELLATIO (pene-bocca): a rischio in caso di rapporto sia omo che eterosessuale. Maggior rischio in caso di eiaculazione in bocca per la presenza di virus nello sperma e possibili lesioni in bocca; oppure virus presente nella saliva e possibili lesioni sui pene,
SODOMIA (pene-ano): a rischio sia in caso di rapporto omo che eterosessuale. Maggior rischio in caso di eiaculazione interna, La mucosa anale presenta spesso piccole abrasioni attraverso le quali è possibile il contagio. Inoltre questo tipo di rapporto determina facilmente lesioni sia alla mucosa del pene che dell'ano.
GRAVIDANZA: sicuramente a rischio per il nascituro in caso di madre affetta. La trasmissione può avvenire sia durante la gestazione che al momento della nascita.
Pratiche sicuramente a rischio
SIRINGHE: lo scambio di siringhe è certamente a rischio. Ogni siringa deve essere utilizzata una sola volta sia che sia stata impiegata per iniettare un medicamento che per iniettare della droga.
LAME: Rasoi, pinzette, bisturi, forbici, punzoni per forare le orecchie, utensili per manicure e pedicure, devono essere sicuramente sterilizzati. In caso contrario sarebbero una fonte certa di rischio.
SPAZZOLINI DA DENTI: devono essere di uso assolutamente personale. Può esserci rischio se usati precedentemente da persone con gengive sanguinanti,
PETTINE: consigliato un uso personale.

AIDS e l’educazione sessuale
L'A.I.D.S. ripropone in termini più drammatici il problema del ritardo con cui viene affrontata l'introduzione dell'educazione sessuale nelle scuole medie inferiori e superiori.
L'età in cui si trovano gli studenti, la pubertà prima e poi l'adolescenza, è densa di rivolgimenti psicologici e comportamentali molto rilevanti e capaci di produrre sconcerto e confusione nella visione del mondo propria dei ragazzi. Essi ricercano una interpretazione univoca delle esperienze totalmente nuove che caratterizzano generalmente questo periodo. Esperienze che coinvolgono la mente e il corpo in un processo di maturazione niente affatto lineare. Le capacità logiche, deduttive e ideative, acquisite da poco, vengono utilizzate per sottoporre ad un vaglio critico tutto il campo del sapere e dei rapporti interpersonali. E’ evidente che niente viene sottratto al giudizio ed è evidente come può essere traumatico e denso di solitudine interiore scoprire la relatività e la contraddittorietà di quasi tutti gli aspetti della vita adulta, sia in senso sociale che politico o culturale. Altro campo in cui la solitudine e l'angoscia dell'adolescente può essere non commensurabile rispetto alla visione razionale di chi segue dall'esterno la crescita dei ragazzi, è quello delle esperienze psicofisiche legate ai mutamenti ormonali, staturo-ponderali, e allo sviluppo della capacità sessuale.
Ed è qui che interviene il grave dilemma di come fornire informazioni su questo punto. L'educazione sessuale può limitarsi a fornire informazioni e quali?
Per gli adulti (genitori ed insegnanti) che spesso non hanno affrontato con la dovuta profondità la problematica sessuale personale, fornire informazioni è ancora il modo più aperto di affrontare la cosa. Tuttavia per i ragazzi le informazioni, pur essendo indispensabili, possono essere nello stesso tempo inutili alla modificazione delle tensioni e dei conflitti che si accompagnano alla scoperta della sessualità.
Le informazioni sono indispensabili perché consentono un inquadramento cognitivo, nella stesso tempo fugano le più comuni paure e preservano da rischi dovuti alla scarsa conoscenza dei meccanismi fisiologici e riproduttivi della sessualità umana.
Le informazioni sono però anche inutili perché fomite da adulti sottoposti a quel vaglio critico di cui si diceva; giudicate cioè inaffidabili o contraddittorie, tali informazioni vengono accolte con la diffidenza e il rifiuto protestatario che accompagna il rapporto tra generazioni diverse.
L'atteggiamento fobico (accentuato dalla presenza dell'A.I.D.S. che in realtà sembra - da recenti inchieste - i ragazzi non temano poi così tanto) proprio degli adulti nei confronti della sessualità degli adolescenti, indica certamente una paura.
La paura che la sessualità dei ragazzi, con il suo potenziale di ribellione e di autonomia, comporti automaticamente un giudizio nei confronti del modello affettivo-sessuale, molto poco chiaro, offerto dagli adulti.
Non ci sfiora la nostra diretta responsabilità nell'accettare «criteri di normalità» solo per abitudine. Ci fa paura vedere nella nostra vita la contraddizione di ricercare nell'esteriorità delle sicurezze che poi non corrispondono ai nostri reali bisogni.
Non sappiamo dare un significato autentico a quello che ci succede, non possiamo davvero godere di quello che abbiamo nella nostra interiorità e non sappiamo soffrire di quello che ci manca profondamente.
E’ questa incapacità che ci rende non credibili agli occhi dei giovani. Essi soffrono davvero e noi vogliamo soffocare la loro sofferenza sotto la quantità di cose e privilegi che siamo disposti a concedere purché non ci turbino con il loro dolore in cerca di una spiegazione. Si può comprar loro quasi tutto tranne la verità e la comprensione dei sentimenti e delle emozioni che provano: in questo li lasciamo totalmente soli. Forse semplicemente perché lo siamo stati a nostra volta.
Queste implicite considerazioni trattengono probabilmente la classe insegnante dall'impegnarsi sul terreno minato dell'educazione sessuale. Si lascia agli insegnanti di scienze un discorso asettico, agli insegnanti di lettere, filosofia o religione il discorso morale o comportamentale legato alla sensibilità e disponibilità di ciascuno di essi.
Quanti di noi senza accorgersene sono regrediti, scambiando tale evento per progresso, alle sicurezze infantili del saper sempre distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è? Quanti di noi si sono trincerati dietro alla sicurezza dell'accumulare qualsiasi cosa, denari, oggetti, conoscenze, sensazioni, viaggi, orgasmi, con il collezionismo tranquillo di un bambino che non sa cosa gli riserva il futuro, e la cattiva coscienza di chi ha rinunciato a crescere per paura di quel futuro troppo vasto e troppo angusto, foriero di fatiche e di responsabilità?
Per cui possiamo informare gli adolescenti nella scuola, ma se non siamo cresciuti noi non possiamo aiutarli a crescere e la nostra informazione servirà a metterci in pace la coscienza ma non li aiuterà a vivere la sessualità in modo responsabile, perché le alternative offerte sono solo due: un ascetismo irrispettoso delle esigenze umane e foriero di un sottile e nascosto disprezzo reciproco fra i sessi, o una indifferente continuazione delle abitudini consumistiche degli adulti con l' aiuto della tecnologia, preservativi in testa.
Tuttavia recenti notizie indicano nel preservativo un mezzo sicuro si, ma all'80%. Non solo, ma tutti i liquidi organici considerati finora non infettivi, saliva, sudore, lacrime, non sembra possano essere scambiati nel rapporto fisico davvero in tutta sicurezza.
Si comprende come non si possa lasciare tutto come prima: gli anticoncenzionali avevano liberalizzato il sesso "bagnato", adesso dobbiamo ritornare alla sessualità "vestita" e "asciutta", al safe-sex (sesso sicuro) cioè a tutta la gamma delle pratiche masturbatorie che non implicano il rapporto completo. Quello si deve riservare al partner sicuro,monogamico.
Queste indicazioni, ribadite ad ogni pie sospinto, possono dare l'impressione che si torni indietro e tuttavia possiamo riflettere come proprio questo tornare indietro possa costituire l’ccasione per responsabilizzarci di fronte al rapporto con l'altro. E’ molto difficile mantenere la sessualità soddisfacente e attiva con un partner scelto in base a criteri di "normalità" sociale e sopportato solo grazie a frequenti deroghe da una malintesa fedeltà.
La fedeltà ha senso solo come fedeltà ad una realtà affettiva condivisa e accresciuta in sè e con l'altro; altrimenti è mera forma. Quindi l' A.I. D. S. mette in discussione una serie di equilibri analoghi a quegli equilibri economici, produttivi, politici, ecologici, che, proprio perché nascondono il prevalere di qualche elemento su qualche altro, ogni tanto "saltano in aria" sorprendendoci.
In questo caso è il sistema della salute mondiale, in quanto non considerato nella sua globalità, che reagisce "saltando in aria". Se si vuole l’Africa affamata, sfruttata e prostituita, serbatoio di sangue a buon mercato, è una specie di vendetta biologica quella che ci colpisce, un effetto boomerang.
Tutto questo dovrebbe essere per noi materia di riflessione circa il nostro rapporto con la sessualità e la salute affinché questa emergenza mondiale non si esaurisca semplicemente con la scoperta di un vaccino, ma stimoli una considerazione più rispettosa dell'umanità insita in ogni individuo anche se sta morendo di fame o di sete o prostituendosi nei luoghi a questo deputati: forse non lo farebbe se gli fossero offerte alternative più umane.
Forse gli adolescenti intuitivamente questo già lo sanno. In realtà l’educazione sessuale dovrebbe farsi veicolo di valori e di riflessioni non riduttive e trarre alimento proprio dalle tendenze critiche dei giovani.
Antonina Nobile Fidanza -psicoterapeuta

pubblicazione del 1988