I FIORI DI BACH: WINE

Martedì 08 Agosto 2006 11:58
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Ritengo volesse dire che il male si cancella con il bene.
Uso prescrivere "Vine" alle persone con carattere arrogante, tirannico, a quelle che si sentono onnipotenti, a volte senza pietà e comprensione per gli altri.
In famiglia ci fanno pensare al "padre padrone", in una società a un dittatore. Essi dirigono la casa o il loro lavoro con un pugno di ferro.
Possono però essere ottimi organizzatori; in casi di emergenza sanno prendere in mano situazioni difficili e la loro rapidità di azione può avere risultati positivi. Comunque dietro all'apparente sicurezza, il tipo Vine nasconde timori e solitudine. Ha idee e opinioni che non mette in discussione, non mette in discussione mai neppure se stesso. Mai finché é in fase di scompenso.
Considero coraggiosi e esseri intelligenti coloro che, invece, si mettono in discussione perché tentano di migliorare.
E si migliora proprio nel confronto onesto e obiettivo con gli altri.
Il tipo Vine é spesso alle leve di comando, possiede sempre la risposta pronta, non si fa sfiorare dal dubbio dimostrando immaturità e infantilismi.
Ognuno di noi ha qualcosa da imparare dagli altri. Lasciamo esprimere il nostro compagno di viaggio sia nella famiglia che nella vita. L'autoritarismo potrebbe trasformarsi in autorevolezza, quell’autorevolezza che devo riconoscere anche al mio simile.
Lo stato mentale negativo di Vine é corretto con il fiore della vite che viene considerato il rimedio per i "dittatori" o le "dittatrici" che possiamo ritrovare anche in famiglia.
Il dottor Bach, ancora in "Guarisci te stesso" dice che "gli spiriti dominatori hanno bisogno di essere aiutati e guidati. E' un cattivo servizio che rendiamo loro permettendo, per debolezza, che possano estendere la loro influenza. Rifiutando con calma di sottometterci alla loro autorità e sforzandoci di far comprendere loro la gioia di dare, li aiuteremo a sollevarsi".
Ho constatato sovente che una persona accigliata, adirata, può essere migliorata dalla nostra comprensione, anche soltanto da un sorriso, a volte. L'ho constatato nella vita e nell'esercizio della professione medica. Mi ripeto spesso la seguente frase di Francesco d'Assisi: "voglio cercare più ciò che unisce che ciò che divide". Anche questo messaggio che sento come un imperativo morale, mi aiuta a partecipare ai problemi del mio paziente, di quell'essere umano unico e irripetibile che ha diritto di essere compreso.

Maria Vittoria Brizzi Tessitore
Dott. in Medicina e Chirurgia
Dott. in Lingue e Letterature Straniere
Prof. in Materie Letterarie
Genova
pubblicazione del 2004