ANIMALI E MALATTIE TRASMISSIBILI

Domenica 11 Giugno 2006 13:40
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A seconda del tipo di rapporto che possono avere con l'uomo, gli animali possono essere distinti in domestici, sinantropici, selvatici.

LA COESISTENZA UOMO ANlMALE

Per animali domestici intendiamo gli animali appartenenti alle specie allevate, gli animali da compagnia, da lavoro e da divertimento.

Gli animali sinantropici vivono nello stesso ambiente dell'uomo, pur non avendo con esso rapporti stretti legati all'alimentazione, alla riproduzione, ecc.; sono sinantropici gli animali che popolano le nostre città e le nostre campagne come i piccioni, le rondini, i gatti randagi, gli scoiattoli, i ratti, i topi, alcuni piccoli mammiferi e molti insetti.

La presenza di alcune di queste specie in ambiente urbano è gradita, ed anzi viene da molti considerata come l'unico contatto più o meno diretto con la natura oggi possibile. Altre specie invece, sono indifferenti per l'uomo; altre ancora sono chiaramente sgradite, ad esempio i pipistrelli, i ratti, i topi, alcuni insetti, sia perché classicamente legate ad ambienti malsani e sporchi, sia perché si ritiene, a volte a torto, che possano arrecare qualche danno alla comunità.

Gli animali selvatici vivono per definizione in luoghi diversi da quelli abitati dall'uomo ed avendo con quest' ultimo contatti eccezionali, legati quasi esclusivamente ai momenti venatori o del tempo libero.

Tuttavia molte specie classicamente selvatiche, come le lepri, i ricci, le volpi ed altri piccoli mammiferi carnivori, per la facilità con cui trovano cibo nelle discariche urbane e per sfuggire alla minaccia degli antiparassitari nei terreni agricoli, si sono ultimamente avvicinate ai centri abitati e vivono numerose nelle aree periurbane.

Aspetti positivi legati alla coesistenza uomo - animale

Gli aspetti positivi ed i benefici derivanti dalla coesistenza uomo-animale sono molteplici, senza considerare le specie che forniscono alimenti e tutti i prodotti derivati dall'allevamento.

Anche l' Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) più volte ha definito il rapporto con gli animali determinante per la salute e il benessere dell'uomo; in particolare raccomanda che gli animali siano visti come una componente importante nel processo educativo soprattutto del bambino.

E' ormai acquisito, infatti, che il rapporto continuativo con un animale da compagnia costituisce per i bambini una fonte di affetto incondizionato ed un momento di svago costruttivo, rappresenta un'occasione di crescita psicologica e potenzia le capacità espressive e comunicative.

Sempre più spesso poi gli animali da compagnia vengono con successo impiegati nella terapia delle alterazioni psichiche più diffuse quali ansia, depressione, nevrosi.

Sono stati riscontrati effetti benefici, legati alla coesistenza uomo-animale, anche in pazienti affetti da ipertensione e malattie cardio-circolatorie: la responsabilità di accudire un animale, l'impegno regolare e costante che ciò comporta, la quantità di moto che spesso il proprietario di un cane deve compiere giornalmente, sono elementi che possono concorrere a ristabilire un equilibrio psico-fisico compromesso.

Infine molto interessante e recente è l'impiego degli animali domestici in portatori di handicap, allo scopo di favorirne la socializzazione ed ampliarne le capacità comunicative.

Dopo aver brevemente ricordato alcuni tra i tanti aspetti positivi conseguenti alla coesistenza uomo-animale, cercheremo di analizzare ora alcuni problemi di ordine sanitario.

Solo una corretta informazione sui rischi sanitari derivanti dal rapporto uomo-animale e la conoscenza dei mezzi di controllo e di prevenzione può determinare una coesistenza serena e sicura.

Le ZOONOSI

Le malattie e le infezioni trasmissibili dagli animali all'uomo e viceversa sono chiamate zoonosi; l'OMS ne ha elencate circa 200, ma ci limiteremo a descrivere brevemente solo alcune di quelle che più facilmente possono costituire un pericolo per l'uomo.

Le vie di trasmissione più importanti e che implicano un contatto più o meno stretto con gli animali, sono essenzialmente quattro:

- il morso o il graffio del cane o del gatto

- la contaminazione dell’ambiente con feci e urine

- il contatto fisico con l'animale ammalato o portatore

- la puntura di artropodi

Attraverso il morso o il graffio del cane e del gatto possono essere trasmessi all'uomo gli agenti responsabili di alcune patologie, quali la Linforeticulosi benigna, le infezioni da germi piogeni, il tetano, la rabbia .

LA LINFORETICULOSI BENIGNA o malattia da graffio di gatto, è causata probabilmente da un virus e da alcuni batteri associati, veicolati dal gatto, o anche da aculei vegetali, che penetrano nell'organismo attraverso lesioni della cute; dopo 2-3 settimane dalla lesione i linfonodi ascellari o cervicali se il graffio è stato dato ad una mano o ad un braccio, i linfonodi inguinali se la parte colpita è un piede o una gamba, aumentano di volume e possono, a volte, suppurare. Non sempre si accompagnano febbre e malessere generale.

Di norma questa malattia si risolve spontaneamente o dopo una breve terapia antibiotica. Studi abbastanza recenti hanno permesso di cogliere una certa relazione tra la presenza contemporanea nell'ambiente di gatti e tortore dal collare e casi di Linforeticulosi benigna; viene ipotizzato che questi uccelli fungano da trasportatori-diffusori, attraverso gli escrementi, degli agenti responsabili della malattia.

LE INFEZIONI DA GERMI PIOGENI (microrganismi che possono essere localizzati anche nel cavo oro-faringeo del gatto senza dare sintomi) in seguito ad una lesione abbastanza profonda della cute determinano una quasi immediata tumefazione della parte colpita, con arrossamento, calore, forte dolore.

Dopo qualche giorno è possibile che dalla lesione fuoriesca qualche goccia di materiale purulento; raramente le articolazioni vicine alla zona infiammata sono dolenti. Anche in questo caso la terapia antibiotica è spesso risolutiva.

L' INFEZIONE TETANICA è causata dal bacillo del tetano, le cui spore si ritrovano nel terreno e possono quindi essere veicolate dalle zampe del cane e del gatto.
Affinché si sviluppi l'infezione è necessario che il microrganismo venga inoculato profondamente nei tessuti: sono quindi pericolose quasi esclusivamente le ferite penetranti e sporche.

LA RABBIA è sicuramente la malattia più nota e temuta tra quelle trasmissibili con il morso degli animali.
E' causata da un virus localizzato nelle ghiandole salivari degli animali rabidi.
L'infezione occorre in seguito alla penetrazione di saliva infetta nei tessuti lesi per ferite o per abrasioni.

A tutti sono noti i sintomi del Tetano e della Rabbia; per queste malattie a decorso così grave e quasi sempre fatale sono fortunatamente disponibili efficaci vaccini.

Operazioni di profilassi antitetanica da instaurarsi in caso di lesione traumatica

A) Bambini fino a1 6° anno di età

1- Se il soggetto è stato vaccinato regolarmente con tre inoculazioni di anatossina come richiesto dalla legge: inoculazione di richiamo se sono trascorsi oltre 5 anni dall' ultima inoculazione di anatossina completando così il ciclo vaccinale.

2- Se il soggetto non è stato vaccinato: inoculazione di immunoglobuline umane in base al peso corporeo ( 7 U.I./ Kg fino ad un massimo di 250 U.I.) ed inoculazione in altra sede di una prima dose di vaccino antitetanico; dopo 6-8 settimane proseguire la vaccinazione.

3- Se il soggetto ha ricevuto solo 1 o 2 inoculazioni di anatossina: inoculazione di immunoglobuline umane e completamento del ciclo vaccinale quando il tempo trascorso dalla prima inoculazione o dalle prime due inoculazioni non sia superiore, rispettivamente, ad un anno e a 5 anni, ovvero ripetizione ex-novo del ciclo vaccinale quando il tempo trascorso dalla prima inoculazione o dalle prime due inoculazioni supera gli intervalli sopra indicati.

B) Soggetti oltre i 6 anni

Se il soggetto è stato vaccinato regolarmente (vaccinazione primaria e 1° inoculazione di richiamo):

a- dal 1° al 5° anno dopo l'ultima inoculazione: non occorre la inoculazione di richiamo, nè di immunoglobulina;

b- dal 6° al 10° anno dopo l'ultima inoculazione: inoculazione di richiamo;

c- oltre il 10° anno dopo l'ultima inoculazione: inoculazione di immunoglobuline umane e inoculazione di richiamo.

Per quel che riguarda la Rabbia, nelle zone in cui questa malattia è ancora presente, vengono disposti piani di vaccinazione antirabbica obbligatoria, che interessano tutti gli animali che hanno l'occasione di venire in contatto col virus. Anche per l'uomo sono impiegati validi prodotti immunizzanti (vaccini e gammaglobuline ).

Nell'ambito delle norme previste per la profilassi contro la Rabbia, se l'animale morsicatore è un animale domestico, questo viene sottoposto a Sorveglianza Veterinaria per almeno 10 giorni (normale periodo di incubazione della malattia).

Vale la pena ricordare che tutti i Paesi, Italia compresa, richiedono al passaggio della frontiera che il cane o il gatto siano scortati da un certificato di vaccinazione antirabbica redatto da un Veterinario Ufficiale; questa norma vale anche per molte regioni dell'arco Alpino ed alcune regioni meridionali ed insulari.

Anche se il rischio di trasmissione di malattie gravi, come il Tetano o la Rabbia, è relativamente remoto, non bisogna trascurare di adottare alcuni corretti comportamenti che diminuiscono fortemente anche il pericolo di contrarre patologie meno gravi, come la Linforeticulosi benigna e le infezioni da piogeni.

E' importante a questo riguardo ricordare che, molto spesso, la causa dei morsi e dei graffi dipende dalla eccessiva confidenza dei proprietari con l'animale (anche se di equilibrio stabile e di indole docile) o dalla mancanza di precauzioni nell'avvicinarsi ad animali randagi o comunque sconosciuti.

Va tenuto presente inoltre, che il morso o il gesto aggressivo del cane o del gatto possono essere la risposta ad atteggiamenti discontinui che il proprietario, o le persone in genere, hanno nei loro confronti, sottoponendoli ora ad eccessiva affettuosità, ora ad insofferenza, rifiuto e gesti di allontanamento.

1) Comportamento da tenere in caso di morso o graffio

subito

-lavare accuratamente la ferita con acqua e sapone per rimuovere la saliva dell'animale

- sciacquare abbondantemente

- applicare una soluzione disinfettante

schema di intervento da adottarsi al pronto soccorso

• toeletta chirurgica della ferita, cioè lo sbrigliamento e la pulizia chirurgica per asportare tessuti necrotici, coaguli di sangue ed eventuali materiali estranei

• disinfezione con acqua ossigenata: se la ferita non è molto estesa e profonda si può usare anche la tintura di jodio o l'alcool jodato

• somministrazione di penicillina o di tetraciclina per inibire lo sviluppo di bacilli

• siero e vaccinoprofilassi, nel caso di soggetti non immunizzati. Per quanto riguarda quest' ultimo punto, il tipo di trattamento da effettuare dovrà essere valutato dal medico di pronto soccorso in base alle caratteristiche della ferita e dell'agente traumatizzante.

2) trasmissione per contaminazione dell'ambiente con feci e urine

Altra via di trasmissione molto importante per le zoonosi è il contatto con le feci e le urine degli animali infetti, sia diretto che indiretto (tramite il terreno o gli alimenti insudiciati)

TOXOPLASMOSI

Il gatto è l'animale chiave nel ciclo di questa infezione, poiché rappresenta l'unico ospite in cui il parassita si riproduce.

Il gatto si infetta mangiando carne parassitata e, con le feci, disperde nell'ambiente, per 15-20 giorni, grandi quantità di toxoplasmi. Nell'animale la malattia decorre in maniera asintomatica.

L' uomo può contrarre la malattia o per contatto con le feci contaminate, oppure ingerendo carne cruda, soprattutto di suino e di ovino, parassitata; anche gli ortaggi e la frutta, se insudiciati da feci di gatto, possono veicolare la malattia, quindi la normale regola igienica di lavare accuratamente le derrate vegetali trova, anche in questo caso, una sua indicazione.

Per la prevenzione di questa malattia, grave soprattutto per le donne in gravidanza ed i neonati, è importante sapere che i toxoplasmi diventano infettanti, cioè in grado di causare la malattia, solo dopo 2-3 giorni dall'emissione nell'ambiente, e quindi sono solo le feci non più fresche ad essere pericolose per l'uomo che ne viene in contatto.

Per questa ragione occorre rimuovere ogni giorno gli escrementi del gatto dalla cassetta, che va pulita o con acqua bollente o con disinfettanti di uso comune.

Poiché infine la cottura ed il congelamento uccidono, nella carne fresca, tutti i parassiti, è buona norma di prevenzione della toxoplasmosi somministrare al gatto solo alimenti a base di carne cotta, congelata o carne in scatola.

norme per la gestante

Per la prevenzione della toxoplasmosi sono utili i seguenti consigli ad una donna in gravidanza:

-lavarsi sempre bene le mani

-cucinare la carne ad almeno 60°C

-lavare bene frutta e verdura

-evitare contatti con gatti e soprattutto con le loro feci

Questi consigli sono molto più utili, per la prevenzione della toxoplasmosi, di qualunque altro provvedimento medico e di qualunque campagna di screening e di controllo sierologico della donna gravida.

Anche nella diffusione di altre due malattie, la TOXOCARIASI e la SALMONELLOSI, gli escrementi degli animali rivestono un ruolo importante.

Poiché è raro che si verifichi un vero e proprio contatto diretto con le loro feci, è necessario, per contrarre queste malattie, che sia l'ambiente ad essere contaminato da feci contenenti uova di Ascaridi (vermi intestinali del cane e del gatto) o da Salmonelle.

Sono soprattutto i bambini a correre il rischio di infettarsi, data la loro facilità a portarsi le mani alla bocca dopo aver accarezzato gli animali, o dopo aver giocato in giardino con la terra e la sabbia.
Particolarmente incriminate sono le sabbiere situate nelle aree gioco delle collettività infantili e dei parchi gioco. Se non vengono prese opportune precauzioni; gatti e cani vi defecano contaminando di parassiti con cui i bambini giocando, vengono in contatto.

Spesso sono state proposte soluzioni drastiche, come la eliminazione delle sabbiere, privando in questo modo i bambini di un importante strumento di gioco.
Più recentemente sono state adottate soluzioni tecniche che permettono la copertura delle sabbiere nelle ore notturne.

Un ricambio annuale della sabbia è comunque opportuno.

Il cane e il gatto contraggono la Toxocariasi in vari momenti:

- per via transplacentare durante la gravidanza,

- attraverso l'ingestione del latte materno che contiene larve migrate alla mammella dopo la nascita

- per ingestione di uova larvate presenti nell'ambiente (tale contaminazione ambientale si realizza con l'emissione di miliardi di uova per ogni singolo soggetto infestato).

Il cane e il gatto parassitati possono presentare, specialmente da cuccioli, una sintomatologia non specifica, con episodi di diarrea e vomito, addome gonfio e teso, difficoltà di crescita, crisi epilettiche; nell'adulto non si apprezzano in genere segni evidenti di verminosi intestinale.
In entrambi i casi un esame delle feci, eseguito dal Veterinario, permette di identificare i soggetti parassitati e quindi di trattarli con farmaci idonei.

La Toxocariasi umana, generalmente di origine canina, non presenta una sintomatologia precisa nel bambino; le manifestazioni cliniche variano in funzione del numero di uova ingerite, della frequenza della reinfezione, della distribuzione delle larve nei visceri, della capacità reattiva dell'organismo aggredito, di altri fattori finora non del tutto chiariti.
A volte si manifesta con attacchi asmatici e modico ingrossamento del fegato; la forma più grave può dare localizzazione oculare del parassita, oppure crisi simil-epilettiche o infine anemizzazione e calo ponderale.
Per la profilassi della Toxocariasi, oltre a normali regole igieniche come lavarsi accuratamente le mani dopo aver giocato con gli animali o in un giardino e prima di mangiare, è molto importante che chi possiede un cane o un gatto richieda periodicamente al Veterinario un esame delle feci dell'animale e lo tratti, se necessario, con un vermifugo.

Rimuovere prontamente le feci di animale dal suolo pubblico ed impedire che il proprio cane o gatto defechi in luoghi pubblici, o comunque frequentati da bambini, oltre che rappresentare un comportamento di indubbia civiltà, contribuisce a rendere meno facile la trasmissione di queste zoonosi.

Mentre la contaminazione ambientale da uova di Ascaridi è imputabile quasi esclusivamente al cane o al gatto, per quanto riguarda le Salmonelle tutti gli animali, domestici e non, che vivono nelle zone urbane e periurbane possono assumere il ruolo di portatori diffusori della malattia.

La responsabilità dell'uomo come eliminatore di Salmonelle e quindi come diffusore del germe in ambiente domestico e nelle collettività (cucine di ristoranti, delle mense, delle scuole, macelli, stabilimenti di lavorazione di alimenti, ecc.) risulta sicuramente di grande importanza, ma visto l'argomento della presente trattazione ci limiteremo a considerare la Salmonellosi negli aspetti legati alla coesistenza uomo-animale.

Il cane, il piccione, il ratto, il topo ed il riccio, sono solo alcuni degli animali domestici e sinantropici che possono diffondere nell'ambiente le Salmonelle, ed inquinare così terreno, acque, alimenti.
Gli animali affetti da Salmonellosi non presentano necessariamente segni evidenti di gastroenterite, anzi il pericolo maggiore, dal punta di vista epidemiologico, è costituito proprio dai cosiddetti portatori asintomatici cioè da quei soggetti che, in condizioni generali apparentemente buone, eliminano salmonelle con le feci per periodi abbastanza lunghi .
Poiché è impossibile identificare ed isolare tutti gli animali portatori di Salmonelle, le sole misure di profilassi da adottare per cercare di contenere questa infezione intestinale rimangono la lotta ai ratti e ai topi, il contenimento del numero degli uccelli sinantropici nelle aree urbane e la lotta al randagismo.

LA PSITTACOSI-ORNITOSI E' una malattia trasmissibile dai volatili all'uomo attraverso l'inalazione di polveri in ambienti frequentati da uccelli domestici o sinantropici, come pappagalli e pappagallini, canarini, piccioni, tortore, pollame allevato, ecc.

L'agente causale di questa infezione determina negli uccelli, quasi esclusivamente nei soggetti giovani, una patologia caratterizzata da apatia, arruffamento delle penne, scolo nasale ed oculare, diarrea verdastra.
Attraverso le feci ed i secreti essiccati degli animali ammalati avviene la contaminazione dell'ambiente intorno ai ricoveri del pollame, alle voliere, alle piccionaie, ecc.
L'infezione nell'uomo può essere caratterizzata da malessere generale, febbre, cefalea e polmonite.
Oltre a cercare di limitare il numero degli uccelli sinantropici in ambiente urbano, le uniche misure possibili per diminuire il rischio di Psittacosi-Ornitosi nell'uomo è evitare il contatto con uccelli visibilmente ammalati, rimuovere frequentemente dalle gabbie le feci degli uccelli da compagnia e rivolgersi al Veterinario ogniqualvolta questi mostrino uno dei segni sopra elencati.

LA LEPTOSPIROSI

E' un'infezione grave, a volte mortale, causata da un batterio che si localizza nei reni degli animali ammalati.
L'infezione umana da Leptospire si contrae direttamente per contatto o con l'urina infetta oppure con l' acqua ed il terreno contaminati.
Gli animali che più frequentemente sono responsabili della diffusione delle Leptospire in ambiente urbano e peri-urbano sono i piccoli roditori (ratti e topi), molto più raramente i cani e i gatti.
Attraverso l'urina di questi animali, che può contenere il batterio anche per lunghi periodi se l'eliminatore è il ratto, avviene la contaminazione dei corsi d'acqua, dei laghetti, degli stagni e delle fogne.
L'uomo può infettarsi soprattutto per via orale e attraverso lesioni della pelle, o più raramente per morso di un animale portatore, in quanto anche nella saliva possono essere presenti le Leptospire.

Il quadro clinico nell'uomo ammalato di Leptospirosi è molto variabile per sintomatologia e gravità, è caratterizzato di solito da una fase iniziale con febbre alta, cefalea, nausea e vomito, seguita nel 10% circa dei casi da una fase molto più grave, con ittero, emorragie, anemia, insufficienza renale.

La prevenzione della Leptospirosi consiste nell'adozione di misure sanitarie da intraprendersi sul territorio nell'ambito di programmi di Sanità Pubblica, di norme comportamentali che abbassino il rischio di contagio e nella vaccinazione dei cani.
Vista la pericolosità di certi ambienti acquatici e acquitrinosi, o comunque a rischio per la presenza di topi e ratti, è di fondamentale importanza intraprendere periodicamente programmi di lotta antimurina e di bonifica delle aree ad acque stagnanti.
A questo riguardo va tenuto presente che le acque salate e salmastre non sono pericolose per la Leptospirosi.

Le persone a rischio per la Leptospirosi (pescatori, cacciatori, giardinieri, ecc.) devono indossare adeguati indumenti, come guanti e stivali di gomma e proteggere tutte le ferite e le lesioni della pelle; per tutti vale la norma di evitare bagni nei canali e negli stagni.
La vaccinazione contro la Leptospirosi canina rientra nei normali programmi di profilassi attiva eseguiti dal Veterinario; tale vaccinazione protegge l'animale dalla malattia solo se richiamata regolarmente ogni anno.

Bisogna tuttavia considerare che raramente il cane è responsabile della trasmissione della Leptospirosi all'uomo, dal momento che l'acidità dell'urina dei carnivori uccide rapidamente le Leptospire.

3) trasmissione per contatto fisico con gli animali

Per contatto con gli animali ammalati, oppure con oggetti e materiali contaminati (cuccia, cuscini, ecc.) si possono contrarre due importanti malattie della pelle le Dermatofitosi e la Scabbia.

La DERMATOFITOSI

Le Dermatofitosi, o Tigne, sono trasmesse molto spesso dai gatti, soprattutto dai soggetti giovani e debilitati, che portano sul mantello le spore di alcune specie fungine.
Sia nell'animale che nell'uomo le micosi sono facilmente riconoscibili: il gatto o il cane ammalati si presentano con aree alopeciche rotondeggianti e a pelle desquamata, localizzate principalmente sulla testa e sulle zampe anteriori, che tendono ad allargarsi ed a confluire tra loro, generalmente poco pruriginose.
Toccando l'animale l'uomo si può contagiare e sviluppare sulle mani, sugli avambracci o su qualunque altra zona del corpo una lesione molto caratteristica, circolare, a bordi arrossati leggermente rilevati, a volte con forfora al centro.

L'applicazione delle normali creme cortisoniche non guarisce affatto la lesione, che anzi molto spesso tende a peggiorare e ad allargarsi.

Il tempo di incubazione delle Dermatofitosi è molto variabile, da 1 a 4 settimane; ciò significa che il gatto può trasmettere la malattia gia molti giorni prima di mostrare qualche sintomo rilevabile dal proprietario.

Come norme di profilassi per tutte le micosi è importante osservare attentamente il mantello del gatto non appena questo viene introdotto in casa, e controllarlo fino alla cessazione del periodo di incubazione sopra indicato.
Se si notano zone del corpo senza pelo o aree in cui il mantello sembra meno fitto, occorre lavarsi ed asciugarsi perfettamente le mani e rivolgersi al Veterinario.
Esistono inoltre casi in cui il fungo si stabilisce sull'animale-ospite e vi rimane, in equilibrio con la normale flora microbica della cute, fino a quando alcuni fattori, come la mancata pulizia del pelo, le malattie croniche e debilitanti, le lunghe terapie antibiotiche e cortisoniche, ecc. intervengono a modificare tale stato di "quiescenza"; il fungo allora inizia a moltiplicarsi e da la malattia.

LA SCABBIA

La Scabbia, o Rogna, è una malattia della pelle del cane e del gatto, ma anche di altri animali, causata da alcuni tipi di acari.

Si manifesta in modo abbastanza evidente, con intenso arrossamento delle parti colpite, generalmente la testa, le ascelle e l'inguine, con pustole e croste, prurito a volte intensissimo. Molto spesso l'animale ammalato da tempo smette di alimentarsi e dimagrisce progressivamente.
Nell'uomo la scabbia si manifesta con prurito intenso e vescicole-croste soprattutto a livello di mani e di avambracci, dovuto alla presenza di acari sulla pelle.

E' importante ricordare che la Rogna è sempre favorita dalle cattive condizioni igieniche dell'animale e dell' ambiente in cui esso vive: mezzi sufficienti per evitare al proprio cane o gatto, e a se stessi, questa parassitosi sono naturalmente la cura del mantello e delle condizioni generali dell'animale, il sottoporlo a visita veterinaria quando si notino croste sulla pelle e tendenza a grattarsi, ed evitare contatti con randagi che mostrino segni di malattia.

4) Trasmissione da parassiti degli animali

Da ultimo consideriamo le zoonosi trasmesse dai parassiti degli animali domestici e sinantropici, cioè da altri animali, in questo caso artropodi, che vivono per molta parte della loro vita su cane, gatto, topo, piccione, ecc. e possono veicolare, sia a questi che all'uomo, alcune malattie.
Alcune specie di zecche possono trasmettere all'uomo due malattie infettive, ancora poco conosciute: la febbre bottonosa del mediterraneo e l'eritema cronico migrante.

LA FEBBRE BOTTONOSA DEL MEDITERRANEO

In Italia i casi segnalati riguardano principalmente il territorio insulare; è un'infezione generalmente ad andamento benigno, che si manifesta, dopo la puntura della zecca, con una piccola ulcera crateriforme, a centro scuro ed alone eritematoso; dopo 5-6 giorni iniziano sintomi più importanti, come febbre ed eruzioni cutanee diffuse in tutto il corpo.
Nei casi più gravi residuano dolori muscolari ed articolari.
L' Agente causale della Febbre Bottonosa è stato isolato in zecche trasportate da piccoli roditori, arvicole, conigli selvatici, cani.

L' ERITEMA CRONICO MIGRANTE o malattia di Lyme

Si manifesta nell'uomo sempre con la tipica lesione della puntura della zecca, seguita dopo 10-15 giorni dalla comparsa di una macchia rossa, che si può espandere e formare una lesione ad anello con centro chiaro. Tale lesione può essere localizzata in qualunque parte del corpo, ma generalmente le zone più colpite sono le cosce e l'inguine.
Dopo diverse settimane in una certa percentuale dei casi si hanno complicazioni cardiache, alterazioni neurologiche ed infine forme artritiche, che possono insorgere anche dopo mesi dal contatto con la zecca infetta.

Gli ospiti abituali di queste zecche sono generalmente topi, ricci, gatti, cani ed altri piccoli carnivori selvatici.
Il ruolo ricoperto dai colombi torraioli nella diffusione delle zecche portatrici del Morbo di Lyme è ormai accertato, si ritiene addirittura che questi uccelli possano fungere da serbatoio per la malattia.
Nel caso di animali sinantropici, ad esempio piccoli roditori e piccioni, non è possibile ovviamente identificare gli animali ammalati; nel caso che sia stato il cane ad essere punto da una zecca portatrice, è possibile osservare che, dopo qualche tempo, questo zoppica ed ha articolazioni calde, gonfie e doloranti.

Per la prevenzione di queste due infezioni è di fondamentale importanza la lotta alle zecche, indirizzata sia all'animale parassitato che all' ambiente: sono infatti esposti al contagio tutti gli animali e le persone che frequentano, anche solo occasionalmente, boschi e prati infestati da zecche.
Recentemente sono stati segnalati casi di punture di zecche in bambini e persone che frequentano vecchi edifici nei centri storici delle città; questi episodi sono stati messi in relazione con la massiccia presenza, nel sottotetto delle case, di piccioni parassitati.

Per prevenire l'infezione delle zecche può essere utile applicare un collare antiparassitario al cane, osservarlo attentamente nei periodi di più massiva presenza di zecche (tarda primavera-inizio autunno) e rimuovere al più presto la zecca dalla cute, staccandola con attenzione, affinché non resti attaccato l'apparato pungitore, dopo averla toccata con un batuffolo di cotone impregnato di ammoniaca o etere.
Esistono anche soluzioni acaricide, sia per il trattamento diretto del cane, che della cuccia e del recinto.

Diradare la vegetazione dei giardini e tenere falciato il prato possono essere utili misure nella lotta alle zecche. Infine, anche per il controllo delle malattie da zecche occorre contenere il numero di piccioni e trattare con prodotti disinfestanti i luoghi dove questi uccelli vivono.

Alcuni consigli per chi possiede un cane o un gatto:

I cani e i gatti devono:

-essere periodicamente sverminati
-essere vaccinati per le principali malattie da cuccioli e sottoposti, in seguito, a richiamo annuale
-essere liberati da parassiti esterni (pulci e zecche)
-essere controllati frequentemente affinché non mostrino segni di dermatofitosi o di rogna
-essere alimentati esclusivamente con carne cotta, congelata o con carne in scatola; i piatti del cane e del gatto vanno tenuti separati da quelli della famiglia e lavati con cura
-essere periodicamente sottoposti a visita veterinaria, sia per risolvere problemi strettamente sanitari, sia per ottenere utili consigli sull'alimentazione, la cura del mantello e sul contenimento delle nascite

Si deve inoltre evitare che:

- il cane insudici marciapiedi, aiuole, giardini, sabbiere
- il cane e il gatto dormano sui letti e sotto le lenzuola
- gli animali entrino nei negozi dove si vendono alimenti

L. Contarini P. Ferrari L. Venturi
pubblicazione del 1990