la tosse

Martedì 30 Novembre 1999 00:00
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La tosse

 
 

La tosse è uno dei più banali, ma al tempo stesso più importanti sintomi respiratori, secondo recenti casistiche risulta al terzo posto fra le cause che inducono un paziente a consultare il Medico.

Normalmente costituisce un meccanismo per espellere dalle vie aeree secrezioni in eccesso e materiale estraneo, tuttavia, quando assume carattere contimo o violento, la tosse può compromettere seriamente la vita di relazione.
Nella pratica clinica il Medico viene :chiamato sempre più spesso ad interpretare il significato della tosse che, come diceva Ippocrate, è la voce del polmone; ma sebbene questa rappresenti il sintomo di più comune riscontro nelle affezioni delle alte e basse vie respiratorie, non di rado la sua origine è da imputarsi a patologie extra polmonari.
Per convenzione la tosse viene definita acuta quando dura meno di 3 settimane, cronica se persiste oltre questo periodo di tempo. La forma acuta tende di solito ad autolimitarsi fino a scomparire, mentre quella cronica rappresenta sovente un problema di non facile risoluzione. Sono oltre 100 le affezioni, polmonari e non, in grado di causare una sintomatologia tussigena, il che comporta la difficoltà di stabilire una corretta diagnosi eziologica e quindi impostare un trattamento adeguato ed efficace.

La tosse non va mai sottovalutata in quanto può rappresentare la spia di patologie anche gravi. Non bisogna infatti dimenticare che pur essendo un sintomo aspecifico, la tosse possiede una significativa associazione con il cancro del polmone, soprattutto nei forti fumatori. Una tosse severa, persistente, inspiegabile, in paziente con età superiore ai 40 anni, anche con radiogramma del torace normale, costituisce per molti Autori una indicazione assoluta alla broncoscopia per una diagnosi precoce del cancro al polmone.

Aspetti neurofisiologici.
Il riflesso tussigeno viene scatenato dall'attivazione da parte di stimoli meccanici, fisici, chimici e infiammatori di recettori specifici. Questi sono posti a livello della laringe, della trachea e dei bronchi ma sono presenti anche a livello dei seni paranasali, del timpano, del canale uditivo, della pleura, del pericardio, del diaframma e dello stomaco. Ne risulta che processi patologici acuti o cronici che si instaurano o che interessano indirettamente tali sedi, sono potenzialmente in grado di scatenare questo fastidioso sintomo (Tab.1).

Tabella 1: Principali patologie causa di una sintomatologia
tussigena in relazione alle sedi anatomiche di insorgenza

Laringe, Faringe e Seni paranasali
Sinusiti e gocciolamento retronasale, Laringiti, Faringiti, Parassitosi, Micosi, TBC, Neoplasie.
Trachea e Bronchi
Tracheiti, Bronchiti acute e croniche, Pertosse, Morbillo, Tifo, Patologie da inquinamento ambientale ed occupazionale, Corpi estranei, Bronchiectasie, Fibrosi cistica, Asma, Iperreattività bronchiale, Neoplasie.
Parenchima Polmonare
Polmoniti, Ascessi, TBC, Fibrosi interstiziale, Alveoliti acute e croniche, Cisti idatidea, Pneumoconiosi, Edema polmonare non cardiogeno, Embolia da infarto polmonare, Forme neoplastiche.
Pleura
Pleuriti, PNX, Empiema.
Mediastino
Forme neoplastiche, Masse mediastiniche adenopatiche e non, Aneurisma aortico, Megaorecchietta sinistra, Pericardite, Insufficienza cardiaca.
localizzazioni extratoraciche
Stimolazione timpanica e del meato acustico, Ascessi subfrenici e/o epatici, Fistole esofago-tracheali, Tosse psicogena, Patologie degen_rative del SNC in grado di compromettere la deglutizione, Esofagite da reflusso, Ernia iatale, Megaesofago.

 

Tabella 2: indagine anamnestica

Principali indicatori anamnestici:

tempo di insorgenza

tipo di tosse

caratteristiche della tosse

fattori scatenanti

sintomi associati

Tosse: un problema diagnostico

Abbiamo già sottolineato come la tosse possa essere un sintomo molto comune nella pratica clinica, potendo manifestarsi in numerose patologie sia delle alte e basse vie aeree che in sedi extratoraciche. Partendo da questa considerazione si capisce come l'indagine anamnestica e l'esame obiettivo rappresentino i due momenti fondamentali nell'approccio diagnostico da parte del medico nei confronti di un paziente affetto da tosse: il valore positivo predittivo dei soli dati anamnestici, ai fini di una diagnosi certa, varia dal 40% al 56%, a seconda degli Autori.

Tabella 3: caratteristiche della tosse e possibili cause eziologiche

CARATTERISTICHE
POSSIBILE PATOLOGIA
Tosse presente giorno e notte
Tosse patologica di qualsiasi causa
Tosse prevalentemente notturna
Pertosse
Scompenso cardiaco
Asma
Reflusso gastroesofageo
Colpi di tosse singoli
Tosse psicogena
Tic nervosi
Tosse accessionale


Pertosse
Asma
Corpo estraneo
Bronchite cronica
Reflusso Gastroesofageo

Tosse produttiva
Bronchite cronica
Bronchiectasie
Fibrosi cistica
Tosse abbaiante
Pertosse
Broncomalacia

Tosse secca e stizzosa
Bronchite virale
Asma
Tosse psicogena


Si dovrà quindi porre particolare attenzione all'abitudine al fumo da parte del paziente, all'attività lavorativa, alla presenza di una storia clinica che faccia sospettare un'allergia e alla presenza di segni e sintomi che depongano per un possibile reflusso gastroesofageo o per altre affezioni, senza trascurare il ruolo scatenante di certi farmaci (in particolare antiipertensivi ACE inibitori, questi causando un accumulo di bradichinine, possono da soli essere responsabili della sintomatologia tussigena) (Tab.2). Importante ai fini diagnostici risultano poi: lo studio delle caratteristiche qualitative e quantitative della tosse (Tab.3), la fascia di età del paziente (Tab4, Tab.5, pagina seguente) ma soprattutto bisogna distinguere la tosse acuta da quella cronica.
La prima (presente da meno di 3 settimane) è solitamente secondaria a infezioni virali delle vie aeree superiori (Tab. 6, pagina seguente) e richiede unicamente l'impiego di farmaci sintomatici, la seconda (persiste più di 3 settimane) è di maggiore interesse clinico visto l'eterogeneità delle patologie che possono scatenarla.
La valutazione di questi dati effettuata seguendo precise linee guida ed algoritmi, indirizza il Medico verso un'ipotesi eziologica precisa consentendo di programmare esami di laboratorio e strumentali mirati, che garantiscono (a secondo delle casistiche) un successo diagnostico del 96-98% con un risparmio di tempo e risorse sia da parte del paziente che da parte del Sistema Sanitario Nazionale.
Sintetizziamo ora i due "percorsi diagnostici" che solitamente vengono suggeriti nei pazienti con tosse cronica. I due protocolli si basano su "filosofie" diverse ma le indagini sono sostanzialmente le stesse, anche se articolate in maniera e tempi differenti.
Il primo (Tab. 7) tiene conto di un criterio "diagnostico anatomico" e quindi si propone lo studio dell'apparato respiratorio, del distretto "otorinolaringoiatrico" e di quello gastrico.
Il secondo (Tab.8) si basa su di un criterio epidemiologico e quindi considera la possibile presenza delle patologie che più frequentemente sono causa di tosse cronica nell'adulto; ovvero il gocciolamento retronasale (PND) da patologia rinusinusale (Tab.9), il reflusso gastroesofageo (GER) (Tab.10) e l'asma (Tab.11).

Tabella 4: principali cause di tosse cronica secondo fasce d'età ordinate per frequenza

infanzia/adolescenza vedi tabella 5
ADULTI

1) Scolo retronasale
2) Asma
3) Reflusso Gastroesofageo
4) Bronchite Cronica
5) Neoplasie

ANZIANI 1) Bronchite Cronica
2) Neoplasie
3) Fibrosi Polmonare
4) Scompenso Cardiaco


Tabella 5: tosse in età pediatrica

Primi mesi di vita (0-18 mesi)

Anomalie vascolari (66%)
Reflusso gastroesofageo (66%)
Asma (56%)
Malformazioni congenite (stenosi glottico-sottoglottiche, fistole esofagee, laringomalacia) (30%)
Sinusite (18%)
Corpi estranei (13%)

età prescolare (1-6 anni)

Patologia laringea (25%)
Sd. Rinosinusobronchiale (13%)
Reflusso gastroesofageo (12%)
Bordetella pertussis (15%)
Corpi estranei (5%)

età scolare-adolescente (6-16 anni)

Sd. Rinosinusobronchiale, sinusiti (46%)
Tosse psicogena (46%)
Patologia laringea (8%)
Reflusso gastroesofageo (7%)

Studi recenti hanno evidenziato come 1'8-20% dei soggetti affetti da tosse cronica non presenti alcuna malattia e vi sia la completa negatività di tutte le indagini diagnostiche eseguite (tosse idiopatica). La tosse di questi pazienti è probabilmente da ricondurre ad una spiccata ipersensibilità aspecifica a livello delle alte vie aeree. In questa sede i recettori per la tosse risponderebbero in modo esagerato a stimoli banali e aspecifici quali una risata intensa, odori acri e sgradevoli, fumo di sigaretta, gas di scarico delle auto, giornate particolarmente umide, passaggio dal caldo al freddo e viceversa. In questi casi la crisi tussigena è preceduta da un senso di vellicchio in gola che ben presto porta ad una tosse secca persistente anche dopo la rimozione della causa scatenante. I pazienti con ipersensibilità delle alte vie aeree risultano essere i più difficili da trattare, tuttavia l'impiego di antistaminici, steroidi e cromoni, sia per via topica che sistemica, garantisce risultati positivi.

Tabella 6: caude di tosse acuta nella popolazione adulta

frequenti meno frequenti
raffreddore comune
sinuste batterica acuta
pertosse
riacutizzazione da BPCO
rinite allergica
rinite da irritanti
asma
insufficienza cardiaca
polmonite
corpi estranei inalati
embolia polmonare

 

Tabella 7: protocollo diagnostico anatomico (Pratter (6))

accurata anamnesi
caratteristiche della tosse
situazioni predisponenti (allergia, asma, sinusite, infezioni delle vie aeree, uso di farmaci)
sintomi associati (gastrici, ORL, cardiaci)
radiografia torace
 
visita pneumologica
prove di funzionalità ventilatoria
valutazione ORL
 
valutazione gastroenterologica
 
Tabella8: protocollo diagnostico Epidemiologico (Irwin (7))
prevede 5 step successivi ad una settimana l'uno dall'altro
trattamento iniziale per rinosinusopatia (causa più frequente)
in caso di insuccesso escludere asma bronchiale (test di stimolazione con metacolina)
in caso di negatività eseguire radiografia del torace e del cranio
se la tosse continua, valutazione per reflusso gastroesofageo (pH-metria ed eventuale terapia)
fibroncoscopia per escludere patologie endobronchiali o corpi estranei e presa in esame delle cause meno frequenti
NB in caso di negatività di tutti gli step precedenti la tosse viene considerata psicogena (diagnosi di esclusione)

Tabella 9: Gocciolamento Retronasale (PND)

anamnesi:

rinorrea, costipazione nasale, gocciolamento retronasale, eccesso di starnuti, prurito al naso, sensazione di "schiarirsi la gola", dolore in sede frontale-mascellare.

obiettività:

  • secrezioni mucopurulente naso faringee
  • aspetto a ciottolato della mucosa faringea
  • segni radiografici di sinusite

 

Tabella 10: Reflusso Gastroesofageo

anamnesi positiva per patologia gastrica, bruciori o acidità di stomaco, rigurgiti acidi
il reflusso gastroesofageo è spesso silente
la tosse, a seconda delle casistiche nel 70-80% dei casi rappresenta l'unico sintomo

 

 

 

 

Tabella 11: Asma

sibili dispnea (tosse soprattutto notturna o da sforzo), familiarità, atopia
FEV1< o = 80% del teorico
FEV1< o =15% dopo broncodilatatore
test metacolina positivo
variazioni del PEF > o = 20%

Dalla diagnosi alla scelta terapeutica.
Una volta indagate le cause della tosse ed essere giunti ad una diagnosi eziologica, il Medico deve impostare la terapia. Fondamentale è la scelta della strategia terapeutica (Fig.2).
Vista l'ampia gamma di patologie che possono essere alla base dell'insorgere della tosse, è evidente che la sola terapia radicale di questo sintomo sia quella eziologica: l'unica cioè in grado di rimuovere le cause.
La terapia sintomatica basata sull'impiego dei sedativi della tosse, trova una razionale indicazione in quei casi in cui una tosse violenta, incontrollata impedisce la normale attività del paziente oppure rappresenti un fattore di rischio: fratture costali, pneumotorace, emottisi da sforzo, ecc.
Bisogna però usare particolare cautela nell'utilizzo di sedativi della tosse, in modo indiscriminato o per periodi prolungati, senza avere prima ottenuto una esatta diagnosi eziologica. Abbiamo già detto infatti come la tosse possa rappresentare il sintomo precoce di patologie anche gravi o, d'altro canto, possa costituire un valido meccanismo per espellere le secrezioni in eccesso, e quindi risulti controproducente la sua soppressione.
Se l'iter diagnostico ha consentito di identificare la malattia, la terapia specifica, vale a dire l'uso di inibitori di pompa (omeprazolo) nel reflusso gastroesofageo, la risoluzione dei processi infiammatori rino-sinusitici (antibiotici, antistaminici, corticosteroidi) se è presente gocciolamento retronasale, l'uso di broncodilatatori e corticosteroidi nell'asma, consentirà la risoluzione della tosse nella quasi totalità dei casi.
Anche la prevenzione, mediante procedure di "bonifica ambientale" e norme comportamentali igienico-sanitarie, è estremamente utile, soprattutto per i pazienti affetti da patologie croniche (Tab.12).

Tabella 12: Prevenzione della tosse, consigli pratici

abolizione totale del fumo
evitare luoghi fumosi o insalubri
mantenere l'ambiente domestico-lavorativo non troppo riscaldato o troppo freddo
uso di mascherine protettive se si opera in ambienti polverosi

impiego di vaporizzatori negli ambienti di casa

assunzione regolare di liquidi per favorire l'idratazione del muco
impiego di soluzioni saline o spray nasali per umidificare e detergere naso e vie aeree superiori
la tosse, in corso di infezioni respiratorie acute contribuisce all'espettorazione; è quindi sconsigliabile l'abuso di farmaci sedativi
utile una prevenzione delle riacutizzazioni bronchitiche mediante vaccinazione antiinfluenzale ed anticatarrale in autunno


Nel caso di insorgenza di una sintomatologia tussigena improvvisa che persiste oltre le 48 ore, ècomunque buona norma non trascurarla ricorrendo ad autoprescrizioni di sciroppi, bensì è opportuno consultare il proprio Medico. Infatti la tosse, anche la più banale, può innescare un circolo vizioso che si automantiene. La tosse irrita la mucosa bronchi aie ed orofaringea e l'irritazione di questi distretti induce a sua volta tosse. Risulta allora fondamentale interrompere questa catena per abolire la sintomatologia ed evitare l'insorgenza di complicanze, A tal proposito ci preme sottolineare come, indipendentemente dalla causa scatenante, la tosse possa essere a sua volta causa di numerose ed anche gravi complicanze (Tab. 13).

Tabella 13: complicanze della tosse

cardiovascolari
ipotensione arteriosa perdita di coscienza emorragia venosa sottocongiuntivale, nasale, anale dislocazioni e/o malfunzionamento di cateteri intravascolari bradiaritmie, tachiaritmie
neurologiche
tosse sincopale cefalea embolia gassosa cerebrale rinorrea cerebrospinale radiculopatia cervicale acuta malfunzionamento di shunt atrioventricolari vertigini ictus da rottura dell'arteria vertebrale
gastrointestinali

tosse indotta da episodi di reflusso gastroesofageo idrotorace in corso di dialisi peritoneale malfunzionamento del bottone gastrostomico rotture spleniche emiazione inguinale

urinarie
ncontinenza urinaria inversione della vescica attraverso l'uretra
muscoloscheletriche
levazione sierica asintomatica della CPK da rottura dei muscoli retti dell'addome fratture costali
respiratorie
enfisema polmonare intersiziale, con potenziale rischio di: pneumatosi intestinale, pneumomediastino, pneumoperitoneo, pneumoretroperitoneo, pneumotorace, enfisema sottocutaneo trauma laringeo trauma tracheobronchiale (bronchiti, rotture bronchiali) esacerbazione dell'asma emiazione polmonare
miscellanea
etecchie e porpora distruzione di punti di sutura sintomi costituzionali cambiamenti nelle abitudini di vita raucedine, capogiri paura di malattia grave eggioramento della qualità di vita

 

 


 

 

 

I farmaci anti tosse

Il trattamento sedativo della tosse prevede l'impiego di farmaci ad azione centrale non oppioidi ed oppioidi e farmaci ad azione periferica.(Tab 14).
I farmaci ad azione centrale non intervengono nella sede dello stimolo tussigeno ma a livello bulbo-pontino. Quelli non oppioidi non possiedono gli effetti di dipendenza, sedazione e di depressione sulla respirazione tipici degli oppioidi ma mantengono, sia pure in misura più o meno modesta, effetti collaterali di tipo centrale quali nausea, sonnolenza, effetti atropino- o papaverino-simili. I farmaci ad azione periferica, privi di effetti collaterali centrali, agiscono sull'origine dello stimolo e quindi sono in grado di alleviare la tosse nelle patologie in cui il sintomo sia causato dalla stimolazione periferica dei recettori.
La terapia protussiva si basa invece sull'uso di farmaci attivi sul sistema mucociliare che possono agire sulle secrezioni aumentando il volume delle stesse, normalizzandone la consistenza e le caratteristiche reologiche o aumentando la clearance mucociliare attraverso la stimolazione diretta delle ciglia. Essa aumenta l'efficacia della tosse senza aumentarne la frequenza. Questa terapia è indicata quando la tosse svolge una funzione
utile e deve essere aiutata.

 

 

 

 

 

 

Tabella 14: farmaci anti tosse. Alcuni esempi

Oppioidi ad azione centrale deprimono il sistema nervoso centrale e di conseguenza anche il centro della tosse
morfina dà dipendenza e tossicomania. Usata solo nei pazienti terminalia cui è utile l'effetto sedativo e antalgico
codeina presenta meno effetti collaterali e maggiore efficacia degli altri oppioidi. No dipendenza alle dosi terapeutiche, ma pericolo di abuso
noscapina non dà assuefazione alle dosi terapeutiche. Rari effetti collaterali (nausea, vertigini, sonnolenza). Utile l'effetto broncodilatante.
farmaci ad azione centrale NON oppioidi agiscono sul sistema centrale e alcuni hanno anche un effetto periferico (es. Clobutinolo). Utile l'effetto broncodilatatore, miorilassante e antiallergico
farmaci ad azione periferica agiscono sui recettori della tosse o sulla via nervosa afferente
anestetici locali usati anche per aerosol durante procedure invasive (es broncoscopia). si ha perdita del riflesso della deglutizione con pericolo di ab ingestis
levodropropizina antitussivo non narcotico ad azione periferica. Utile l'effetto antibroncospastico


Al termine di questa nostra breve trattazione proponiamo alcuni utili ed antichi rimedi tramandatici soprattutto dai monaci a testimonianza dell'importanza che da sempre è stata data alla terapia di questo sintomo. Sono tisane e sciroppi a base di erbe che, tenendo sempre ben presente l'importanza della terapia eziologica della tosse (curare la malattia sottostante vuol dire curare il sintomo tosse), possono aiutare a risolvere soprattutto quelle forme da raffreddamento. Tra le moltissime piante che possono essere impiegate la più famosa è la tussilagine, impiegata anche per curare raucedine, abbassamento di voce e infiammazione delle alte vie aeree e del cavo orale. Altra pianta medicamentosa molto efficace è il verbasco, consigliato addirittura da Ippocrate che, insieme ad altea, tussilagine, rosa canina, malva, antennaria e violetta, venivano impiegate nella così detta "malattia di petto", sotto forma di tisane e sciroppo di verbasco. Un altro brillante esempio di efficacia curativa delle piante, per quanto riguarda la tosse, ci viene offerta dalla poligala (pianta ornamentale); decotti preparati con le radici essiccate e pulite hanno proprietà antinfiammatorie contro catarro, tosse secca e pertosse.

Gli antichi rimedi contro la tosse
tisana di tussillagine
versare un cucchiaio di tussillagine in una tazza di acqua bolente. Lasciare il tutto a riposo per 10 minuti e filtrare

sciroppo di verbasco
lasciar macerare per 24 ore una manciata di fiori di verbasco coperti d'acqua fresca avendo l'accortezza di chiudere bene il recipiente. A tempo scaduto potete filtrare e quindi bollire il liquido ottenuto aggiungendo un chilo di zucchero per ogni litro di sciroppo

sciroppo di capelvenere
far macerare in mezzo litro d'acquaper 3-4 ore, 30 grammi di foglie di capelvenere. Quindi pesare un pentolino, versarvi il liquido colato e ripetere il tutto. A questo punto dev'essere aggiunto tanto zucchero (o miele) quanto è il peso del liquido. Messo a scaldare a bagnomaria lo zucchero o il miele si sciolgono. Lasciare intiepidire lo sciroppo, aggiungere 30 grammi di fiori d'arancio e quindi consumarlo a cucchiai fino alla completa scomparsa del sintomo.