ATTUALI CONOSCENZE SULL'UTILIZZO DEL FLUORO NELLA PREVENZIONE DELLA CARIE

Mercoledì 09 Maggio 2007 08:46
Stampa

Il fluoro protegge i denti fondamentalmente in due modi: da un lato esso inibisce la perdita di minerali (demineralizzazione) da smalto e dentina, favorendo la remineralizzazione delle lesioni iniziali, dall' altro ha un' azione sui batteri che producono gli acidi causa della demineralizzazione, rendendoli meno "aggressivi". L'azione del fluoro è efficace sia prima che dopo la comparsa dei denti in bocca, cioè sia prima che dopo l'eruzione.

La somministrazione per via alimentare (sistemica) del fluoro durante i primissimi anni di vita fa sì che esso venga incorporato nella struttura stessa dello smalto, struttura che risulterà in questo modo più resistente agli attacchi acidi.
Mentre in passato questo meccanismo d'azione era considerato il più efficace nella prevenzione della carie, oggi alla luce dei numerosi studi al riguardo presenti nella letteratura scientifica internazionale, il meccanismo di somministrazione topica (locale, cioè sulla superficie del dente ormai in bocca) dell' elemento è riconosciuta essere di grande efficacia.
Nei paesi industrializzati dell' occidente, da oltre 30 anni, si è registrato un forte decremento della prevalenza (rilevamento del numero di casi in seno ad una popolazione) della malattia carie. I valori registrati dall' Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nelle diverse nazioni europee dell'apposito indice (DMFT) di valutazione della carie, hanno evidenziato che tale decremento è stato ubiquitario, anche se con caratteristiche differenti in ogni nazione.
In Italia l'ultimo rilevamento su scala nazionale della prevalenza della carie risale al 1996.
I dati allora rilevati su bambini di 12 anni davano un valore del DMFT già piuttosto basso (2.12) e simile a quello di altri paesi "ricchi". Un cenno a parte meritano i paesi del nord Europa (Svezia, Danimarca, ma anche la Svizzera) che avendo posto la prevenzione della carie fra gli obiettivi di Sanità Pubblica hanno raggiunto valori del DMFT ancora più bassi in tempi più rapidi. Tale obiettivo è stato raggiunto grazie a campagne di educazione sanitaria mirata svolte nelle scuole, o attraverso i mass-media , ma soprattutto grazie all 'uso del fluoro.

I traguardi del fluoro
L'assunzione di fluoro può avvenire attraverso acqua, latte, sale o attraverso specifiche gocce o compresse. L'inserimento di fluoro nell'acqua potabile risale al 1945 negli Stati Uniti. Studi realizzati per valutare i benefici apportati da questa metodica preventiva riportano una riduzione della carie del 50%. Da allora anche altri paesi come l'Australia, la Nuova Zelanda e l'Irlanda hanno adottato tale misura di prevenzione.
In altre nazioni come la Bulgaria, Russia, Cina, Cile e Regno Unito, il fluoro è stato addizionato al latte ottenendo una riduzione della prevalenza di carie in media del 40%.
Dal 1955 in Svizzera e successivamente in Francia, Belgio, Germania ed altre nazioni, il fluoro è stato introdotto nel sale da cucina. In Svizzera nel 1991 il valore del DMFT dei ragazzi di 20 anni che avevano assunto sale fIuorato era pari a 7, mentre i coetanei che non facevano uso di tale sale avevano un valore di oltre 10.
L'assunzione di gocce o compresse di fluoruro di sodio si è diffusa nel mondo a partire dagli anni 40' e resta l'unica metodica di fIuoroprofilassi sistemica nei paesi che, come l'Italia, non hanno adottato nessuna metodica preventiva a livello di sanità pubblica. La loro efficacia riportata nei diversi studi scientifici varia dal 40 al 60% in termini di riduzion­e percentuale della carie.

Rischio di fluorosi dentale e inversione del declino della carie
La fluorosi dentale è una patologia conseguente all'assunzione cronica di elevati dosaggi di fluoro durante i primi 6 anni di vita del bambino. Infatti se durante il periodo della formazione dei denti (odontogenesi) si verifica un'eccessiva assunzione dell'elemento per periodi prolungati di tempo, questo si deposita nei tessuti dentari, provocando alterazioni del colore dei denti (macchie che vanno dal bianco fino al marrone) e nei casi più gravi alterazioni della struttura del dente e/o mancanza parziale o totale dello smalto.
Nel 1994 un gruppo di esperti dell' OMS ( the WHO Export Committee on Oral Health Status and Fluoride Use) sulla base di numerosi studi scientifici sono giunti alla conclusione che è quasi impossibile ottenere i suddetti benefici del fluoro senza provocare casi di fIuorosi anche se di modesta entità.
Una delle principali cause di fluorosi che hanno portato ad un aumento della malattia negli ultimi anni, è sicuramente l'uso indiscriminato di paste dentifrice fluorate da parte dei bambini piccoli che le deglutiscono anziché sputarle come avviene normalmente, specie se agli stessi soggetti viene contemporaneamente somministrato fluoro anche attraverso alimenti o compresse.
Questo fatto ha portato nel 2000 l'Accademia Europea di Odontoiatria Pediatrica a dare linee guida sull'uso di supplementi fluorati nei bambini, suggerendo una riduzione dei dosaggi precedentemente applicati per controllare il rischio di fIuorosi. Anche in Italia si è tenuta nel 2003 una Consensus Conference che alla presenza di esperti del settore ed alla luce della situazione italiana, ha suggerito i dosaggi ideali di fluoro da somministrare ai bambini ed adulti.
Se da un lato però, in molte parti del mondo, i dosaggi sono stati ridotti per paura della fIuorosi, negli ultimi anni un dato nuovo e preoccupante sta emergendo. In alcuni paesi europei in cui la prevalenza della carie è stata per decenni in costante decremento, ultimamente si è rilevato uno stop di questa progressiva riduzione. Ma cosa ancor più grave, in Norvegia la prevalenza di carie nella dentatura decidua (denti di latte) dei bambini di 5 anni ha cominciato ad aumentare nuovamente.
Per spiegare questo evento, una delle ipotesi che è stata formulata è stato proprio il fatto che, in seguito alla diffusa paura della fIuorosi, il consumo di compresse fIuorate in Norvegia si è fortemente ridotto.
Alla luce di quanto detto, si fa strada l' ipotesi che l'attuale esposizione al fluoro non sia più sufficiente a supportare il declino della carie che fino a pochi anni fa era registrabile anno dopo anno in quasi tutti i paesi occidentali; si renderà pertanto necessaria in tempi brevi una nuova rivalutazione dell'utilizzo del fluoro se si vogliono mantenere o incrementare i grandi risultati ottenuti in passato con questo elemento nella prevenzione della carie.

WHO Collaborating Ccntre for Epidemiology and Community Dentistrv

Maria Grazia Cagetti
Centro di Collaborazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per l'Epidemiologia e l'Odontoiatria di Comunità
Milano
Coordinatore: prof Laura Strohmenger
Pubblicazione Marzo 2004