IL GUSCIO DI CALCIO

Giovedì 09 Agosto 2007 13:03
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La perdita di calcio dal sangue e dalle ossa e la sua deposizione anomala danno origine a sintomi apparentemente contradditori.
Da una parte compariranno sintomi da carenza di calcio come crampi muscolari, irritabilità e difficolotà a dormire e dall'altra condizioni più serie come la già menzionata osteoporosi e l'erosione dell'osso alveolare.
Nel contempo si potrà soffrire di sintomi da eccesso di calcio quali affaticamento, letargia e depositi di calcio su arterie, articolazioni e muscoli nonchè ghiandole linfatiche. In pratica il calcio perso dal sangue diventa biologicamene non disponibile o meglio non biodisponibile cioè è presente (spesso in eccesso) ma non utilizzabile.
Questa particolare situazione spiega la contemporanea presenza di sintomi da carenza di calcio utilizzabile ed eccesso di quello non utilizzabile.
Si manifestano inoltre turbe della personalità che diventano sempre più acute quanto più alto è il livello di calcio non non biodisponibile, queste includono atteggiamenti di difesa, isolamento sociale, emotività inibita, calo della libido, affaticamento, apatia ed infine depressione.
In una situazione come quella descritta sarà certamente necessaria una buona anamnesi ma, a mio avviso, l'analisi minerale tramite il capello può fornire molte informazioni utili sia in merito alle alterazioni biochimiche che possono influire sulla salute del paziente, sia per poter operare una scelta oculata dei presidi farmacologici ed olistici oltre che ad una ovvia e necessaria correzione della situazione mediante integratori alimentari ben combinati.
In termni neurofisiologici la manifestazone dei sintomi è parzialmente dovuta all'effetto sedativo ed ibinitore del calcio sul sistema nervoso centrale (S.N.C.).
Il calcio aumenta il livello soglia per l'attivazione metabolica delle cellule nervose, in altre parlole aumenta la fatica di queste cellule nel produrre energia per cui si avrà un effetto attenuante ed intorpidente sulla S.n.c. e quindi si manifestano depressione ed alienamento sociale.
Questo problema non compare mai singolarmente, vi è infatti una corresponsabilità dei sintomi da parte di uno squilibro del rame; staticamente un alto livello di calcio tissutale è sempre legato ad uno squilibrio del rame tissutale che non viene sempre evidenziato nella prima analisi minerale, ma emerge in un sucessivo accertamento.
Lo squilibrio del rame è associato alla depressione ed all'indeblimento funzionale della tirode e delle ghiandole surrenali. I sintomi legati qa questa condizione saranno: affaticamento, apatia, depressione e letargia. Inoltre si avranno eccessi ed sbalzi di umore ed ansietà.
Per questo motivo il calcio che si mobilizza in eccesso tende a formare il cosidetto "guscio" che però intorpidisce l'intero sistema nervoso.
Va inoltre detto che il calcio s'immobilizza in eccesso quando vi sono grossi stress emotivi e fisici, nel secondo caso quando vi è stata un'aumentata combustione di zuccheri nelle cellule con un'adeguata presenza d'ossigenno: il prodotto che ne deriva è il famoso "acido lattico" che accumulandosi nei muscoli cagiona fastidiose dolenzie, quindi anche per questo motivo il calcio viene mobilizzato affinchè possa legarsi all'acido lattico e formare un composto denominato Lattato di Calcio che è meno irritante e più tollerato dai muscoli in attesa di essere eliminato dal fegato.
Quando il livello di calcio si riduce dopo un programma nutrizionale si possono gestire le proprie emozioni con più vigore, ciò rappresenta l'inizio della guarigione e bisognerà sforzarsi poi d'attendere che il "guscio di calcio" diminuisca tanto da non cagionare più problemi.
Nel comportamento di alcuni individui il "guscio di calcio" sembra avere un significato di protezione, esso riduce lo stress, diminuisce l'intensità dell'impatto con l'ambiente che queste persone vivono, ma questo effetto attenuante riduce la loro espressività.
Altri individui desiderano il guscio per protegersi da agenti stressogeni sia reali che immaginari, esso può rappresentare un residuo di difficoltà infantili quando era necessario per loro difendersi dall'ambiente per conservare la propria integrità oppure un atteggimaento della personalità ad adattarsi ad alcune fasi della vita.
In altre persone, biochimicamente più deboli e che non riescono a fronteggiare lo stress, il "guscio di calcio" rappresenta un supporto.
Questo "guscio" si può intendere in tutte queste manifestazioni come un meccanismo od adattamento protettivo ed in più esplica un effetto calmante; infatti la letargia causata da alti livelli di calcio aiuta quelle persone che tendono ad affaticarsi troppo e che solitamente accusano alti livelli di rame che a sua volta va a stimolare l'attività cerebrale e porta ad uno stile di vita frenetico.
Se il livello di calcio risulta molto alto oltre i 400 Mg%, l'individuo è talmente inibito da non riuscire a comunicare, si può trovare in una posizione di rifiuto totale della realtà ma non soffre di allucinazioni come capita in alcune forme di schizofrenia e può manifestare un atteggiamento di difensività o di rifiuto di tutto ciò che lo circonda.Questa serie di atteggiamenti è più facile da reperire se vi è un rapporto tissutale calcio/magnesio o squilibrato (normale Ca/Mg = 6,7:1), il calcio può non essere eccessivamente alto ma se il rapporto Ca/Mg è maggire di 16:1 o minore di 2:1, esso è un indicatore di questi squilibri emotivi.
La correzione del "guscio di calcio" può avvenire tramite un programma nutrizionale integrativo che preveda la somministrazione di calcio e magnesio in forma disponibile per sostituire la quota persa, vitamine del gruppo B, vitamina C e D e manganese, zinco estratti ghiandolari surrenali e della tiroide.
Con l'aiuto anche di una dieta appropriata "il guscio di calcio" in 6-12 mesi si riduce notevolmente.

dr: Vinsenzo MATERA
Medico chirurgo odontoiatra
Pubblicazione Marzo 1996